Home POLITICA POLITICA ITALIANA Mes, Conte: “La famiglia europea deve rimanere unita”

Mes, Conte: “La famiglia europea deve rimanere unita”

Bisogna stare attenti a insinuare dubbi e paure nei cittadini italiani, tanto più che quantomeno alcune delle posizioni che si sono delineate nel corso del dibattito pubblico hanno disvelato il malcelato auspicio di portare il nostro Paese fuori dall’euro-zona o, addirittura, dall’Unione europea. Se questo è l’obiettivo allora converrebbe chiarirlo in modo esplicito, affinché il dibattito pubblico sia trasparente e i cittadini italiani possano essere informati di tutte le implicazioni che tali posizioni portano con sé. Vero è che un dibattito portato avanti in modo molto confuso rischia di indurre il sospetto, nei mercati e nelle istituzioni internazionali, che siamo noi stessi a dubitare dell’impegno assunto di mantenere il debito su un sentiero di piena sostenibilità: questo sì che sarebbe un modo per danneggiare il risparmio degli italiani”.
Domani e dopodomani sarà il Consiglio Europeo a dare il suo parere ma, stamane, così il premier Conte ha riassunto il punto del governo sul Mes, presentando la risoluzione di maggioranza al vaglio della Camera. Anche perché, ha tenuto a sottolineare il presidente del Consiglio, “Il governo italiano intende promuovere, in seno al Consiglio europeo, questo tipo di approccio nei confronti delle altre Istituzioni europee e una maggiore coesione fra i leader europei. Non è, questo, nella famiglia europea il tempo per dividersi o per lasciarsi dividere”

“Sul Mes non abbiamo nulla da temere”

Come ha riassunto il premier, “la revisione del Trattato sul meccanismo europeo di stabilità non apporta modifiche sostanziali al trattato già esistente e – in particolare – non introduce, ed è nostra ferma intenzione che questo non accada, alcun automatismo nella ristrutturazione del debito di uno Stato, ma lascia alla Commissione europea il fondamentale ruolo di valutarne la sostenibilità e di assicurare la coerenza complessiva delle analisi macroeconomiche effettuate sui Paesi membri. Come ho sottolineato nella mia informativa del 2 dicembre il Mes non è indirizzato contro un particolare Paese o costruito a vantaggio di alcuni Paesi e a scapito di altri… ma è una assicurazione contro il pericolo di contagio e panico finanziario a vantaggio di tutti’. In particolare l’Italia non ha nulla da temere anche perché il suo debito è pienamente sostenibile, come dimostrano le valutazioni delle principali istituzioni internazionali, inclusa la Commissione, e come confermano i mercati“.
Infine, per chiudere sul tema Conte ha assicurato che “in considerazione dell’importanza e della complessità del processo di approfondimento dell’Unione economica e monetaria europea, reputo indispensabile continuare a informare puntualmente il Parlamento – personalmente e tramite i ministri competenti – in tutte le occasioni in cui l’Italia sarà chiamata a esprimere nelle sedi europee la propria posizione nei vari passaggi del negoziato sul futuro dell’unione economica e monetaria e sulla conclusione della riforma del Mes“.

“L’Italia intende ribadire alcune linee rosse”

Entrando poi nel merito dell’atteso Consiglio Europeo, il premier ha osservato che “le tensioni internazionali, sia politiche sia economiche, impongono di proteggere l’economia europea e la dimensione sociale che rende unico al mondo il nostro Continente. Affinché non appaia contraddittorio l’elemento della ‘protezione’, intendo subito chiarire che, considerando la struttura economica e sociale dell’Europa, ‘proteggersi’ non significa ‘rinchiudersi’, in quanto – su scala globale – riteniamo che il multilateralismo sia lo strumento migliore per tutelare gli interessi degli Stati membri, a partire dal nostro. La discussione sul Quadro finanziario pluriennale – ha proseguito Conte – sarà comunque prevalentemente procedurale, in ragione del fatto che, come l’Italia, diversi Stati membri reputano inadeguata la proposta della presidenza finlandese. È dunque da attendersi che il Consiglio europeo si limiti ad auspicare ulteriori progressi negoziali. Il governo intende opporsi ai tagli sproporzionati, che colpirebbero settori strategici quali lo spazio, il digitale, la difesa, la sicurezza: si tratta di una sottrazione di risorse alle nuove priorità dell’Unione europea che devono invece necessariamente rimanere ambiziose. Anche sulle politiche tradizionali, come coesione e politica agricola comune, dove iniziano a emergere pur limitati progressi, l’Italia intende ribadire alcune linee rosse”.

Accordo nella notte. Meloni: “Il m5s era contrario, ma…”

Per quel che riguarda invece l’accordo risoluzione, come confermato da fonti interne al M5s il tutto si è sistemato nella notte, “la logica di pacchetto è stata confermata, ci sarà un nuovo round in parlamento a gennaio, prima del prossimo Eurogruppo“, così come, hanno anticipato, “ci sarà il pieno coinvolgimento del Parlamento prima dei prossimi passi sul Mes. Ogni decisione verrà presa ascoltando le Camere, non firmeremo nulla al buio“.
Dal canto suo, riguardo all’accordo, Giorgia Meloni ha commentato che “era chiaro, il M5S avrebbe fatto finta di ottenere qualcosa prima di cedere. Ma il M5S voleva l’uscita dal Mes, era nel loro programma”.

Cosa viene chiesto nella risoluzione

Nello specifico infine, la risoluzione chiede di “mantenere la logica di pacchetto (Mes, Bicc, Unione bancaria) alla quale accompagnare ogni tappa mirata ad assicurare l’equilibrio complessivo dei diversi elementi al centro del processo di riforma dell’Unione economica e monetaria, approfondendo i punti critici”. In particolare, la risoluzione impegna il governo ad “escludere interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche ed istituti finanziari e comunque la ponderazione dei rischi dei titoli di Stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale, ed escludendo le disposizioni che prevedono una contribuzione degli istituti finanziari all’Edis in base al rischio di portafoglio dei titoli di Stato. Inoltre, proporre nelle prossime tappe del negoziato sull’Unione bancaria l’introduzione (a) dello schema di assicurazione comune dei depositi (Edis), (b) di un titolo obbligazionario europeo sicuro (cosiddetto common safe asset–ad esempio eurobond) e (c) di una maggiore ponderazione di rischio delle attività di livello 2 e livello 3 (strumenti maggiormente illiquidi), che sia legata al loro grado di concentrazione sul totale degli attivi del singolo istituto di credito”. Infine, viene anche chiesto “di assicurare la coerenza della posizione del governo con gli indirizzi definiti dalle Camere, e il pieno coinvolgimento del Parlamento in tutti i passaggi del negoziato con una procedura chiara di coordinamento e di approvazione”.
Max