Migranti, dietrofront Italia al Global Compact dell’Onu

    L’Italia fa dietrofront sul Global compact per i migranti. Parliamo del patto lanciato dall’Onu in materia di migranti e rifugiati, il 19 settembre 2016 a New York, nel corso di un summit straordinario, allo scopo di garantire a livello internazionale “una migrazione sicura, ordinata e regolare”. Il testo fu fortemente supportato da Barack Obama, appoggiato da Paolo Gentiloni che lo scorso luglio ne aveva sottolineato l’importanza, ma già respinto da Donald Trump e dai paesi di Visegrad. L’obiettivo del Global compact è quello di individuare procedure e definire impegni condivisi da parte della comunità internazionale sull’emergenza immigrazione. Il Global compact sui migranti dovrebbe essere adottato entro l’anno: il 10 e l’11 dicembre, a Marrakech, è prevista la conferenza intergovernativa. Ma ecco che l’Italia, e sopratutto Matteo Salvini, fanno dietrofront. L’annuncio sarebbe avvenuto ieri: mentre il Ministro dell’Interno sta “vigilando” in Aula sul rush finale del decreto Sicurezza, annuncia che l’Italia non firmerà il Global compact for migration finché non si esprimerà il Parlamento. Il Pd a quel punto accusa il leader leghista di smentire il premier Conte che, lo scorso 26 settembre, aveva dichiarato all’Assemblea generale dell’Onu il sostegno italiano al patto internazionale sulle migrazioni, ma ecco che arriva la conferma anche di Conte. Bastano pochi minuti per far scoppiare la polemica: il centrosinistra denuncia il dietrofront di Conte (e della Farnesina che a sua volta aveva espresso orientamento favorevole), Fratelli d’Italia incalza la Lega da destra reclamando un “no” secco, mentre in M5S c’è chi si dissocia. Il premier, tirato pesantemente in ballo, chiarisce: “Il Global compact è assolutamente compatibile con la nostra strategia, ho condiviso il piano con i miei partner Ue, non ho cambiato idea, ma essendo un documento che ha valore politico abbiamo convenuto che forse è giusto creare un passaggio parlamentare, in cui far condividere da parte di tutti ciò che stiamo facendo”.
    In Italia, da settimane, a sollecitare il “no” al Global compact sui migranti Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia che definiscono “folle” il documento Onu in quanto “distrugge di fatto i confini e gli Stati nazionali favorendo l’immigrazione incontrollata”. In aula, la presa di posizione del vicepremier della Lega: “Il governo italiano non andrà a Marrakech, non firmerà alcunché, ma a decidere sarà questa aula” spiega Salvini annunciando l’uscita a breve “di un comunicato del presidente del Consiglio”. Passano meno di dieci minuti ed ecco Conte: “Il Global Migration compact è un documento che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini. Riteniamo opportuno, pertanto, parlamentarizzare il dibattito e rimettere le scelte definitive all’esito di tale discussione, come pure è stato deciso dalla Svizzera. A Marrakech, quindi, il governo non parteciperà, riservandosi di aderire o meno al documento solo quando il Parlamento si sarà pronunciato”. Il Pd e Leu, in risposta, vanno all’attacco: denunciano la retromarcia del premier e definiscono Salvini il vero capo dell’esecutivo italiano visto che detta la linea. Il capogruppo dem Graziano Delrio è durissimo: “Il vero presidente del Consiglio è Salvini e ha smentito il ministro degli Esteri e il premier sull’adesione dell’Italia al Global compact for migration. Moavero e Conte avevano ribadito all’Onu che l’Italia avrebbe firmato l’11 dicembre. Ora Salvini cambia la linea del governo e si rimette al Parlamento. È un cambio di posizione sostanziale che fa ulteriormente perdere credibilità all’Italia, dopo la brutta figura sulla manovra”. Il Pd fa riferimento all’intervento del premier all’Assemblea generale dell’Onu. Conte, in quell’occasione, aveva affermato che “i fenomeni che riguardano i migranti con i quali ci misuriamo richiedono una risposta strutturata, multilivello e di breve medio e lungo periodo da parte dell’intera comunità internazionale. Su tali basi sosteniamo il Global Compact su migrazioni e rifugiati”. Ma il Pd chiama in causa anche il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi che, rispondendo a un’interrogazione di Fratelli d’Italia a Montecitorio, il 21 novembre aveva ricordato “che il presidente del Consiglio aveva espresso un orientamento favorevole”. La polemica cresce. Laura Boldrini (Leu) ricorda che “il Global compact, il cui esito non è vincolante, vuole solo essere un forum per trovare le soluzione e l’Italia si lamenta sempre di essere lasciata sola e quando c’è l’occasione non va all’incontro, smentendo clamorosamente il presidente del Consiglio: è gravissimo”. Attacca +Europa con Benedetto Della Vedova e Costanza Hermanin: “Come c’era da aspettarsi, il governo italiano intende unirsi a Trump per boicottare il Global compact sulle migrazioni promosso dalle Nazioni Unite: l’ennesimo attacco al multilateralismo, quando un approccio globale e condiviso all’immigrazione, così come al cambiamento climatico, sarebbe quanto di meglio l’Italia possa auspicare”. Paolo Gentiloni, con un tweet, denuncia l’incoerenza gialloverde: “Per anni l’Italia ha protestato perché lasciata sola a gestire l’immigrazione. Ora siamo noi a isolarci. Tanti nemici tanti guai”. Maurizio Martina, a sua volta, denuncia il comportamento “vergognoso” di Conte: “Ha preso impegni internazionali che ora si rimangia, il governo si è spaccato nella sostanza e ha cercato di scaricare sul Parlamento le sue divisioni, mentre l’Italia diventa sempre più lo zimbello globale”. Il M5S, con i parlamentari delle commissioni Esteri di Camera e Senato e con il sottosegretario Manlio Di Stefano, si allineano: “Come ha ribadito Conte, il Global compact è un documento che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini: è quindi opportuno parlamentarizzare il dibattito e rimettere le relative scelte all’esito di tale discussione, come è stato deciso anche dalla Svizzera. È corretta quindi la scelta del governo che a Marrakech non parteciperà, riservandosi di aderire o meno al documento solo quando il Parlamento si sarà pronunciato dopo un approfondito dibattito”.
    Ma non tutti sono d’accordo: “Il Global compact sui migranti va sottoscritto assolutamente. Non cadiamo nelle trappole dell’opposizione su un atto, tra l’altro, non vincolante. Abbiamo bisogno di una gestione globale sull’immigrazione. Il ministro Moavero ha spiegato cosa prevede. Esattamente le stesse cose che chiediamo all’Ue” scrive su Facebook il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Giuseppe Brescia. Una differenza di vedute confermata subito da un voto al parlamento europeo dove il gruppo dei socialisti e democratici (S&D) aveva chiesto di mettere il tema del Global compact sui migranti all’ordine del giorno della sessione di domani: la Lega ha votato contro, mentre gli eurodeputati pentastellati hanno votato a favore. Anche il Parlamento Ue si è diviso nella votazione (208 sì, 195 no, 17 astenuti). Il governo, però, deve vedersela anche con Fratelli d’Italia che continua a incalzare la Lega e scende in piazza per ribadire il suo no: “Salvini ha detto di essere contrario al Global compact ma che si rimetterà al volere del Parlamento. Allora, se si votasse in libertà, M5S e Pd direbbero di sì e questo significherebbe sconfessare tutte le politiche fatte finora sull’immigrazione”. Conclusione: “O l’Italia dice no o Salvini prenda in considerazione l’ipotesi di dire basta a questo governo”.