Migranti, tensione al governo. Trenta a Salvini: “la strada non è chiudere”

    Continuano le tensioni all’interno della squadra della maggioranza su quello che è di fatto il grande tema principale su sui la maggioranza politica gialloverde sta giocandosi le proprie fiches, ovvero l’immigrazione.
    Il tema dei porti chiusi e delle prese di posizione piuttosto serie e risolute di Matteo Salvini agitano, è proprio il caso di dirlo, le acque governative. La linea di risolutezza del vicepremier leghista infatti ha messo una nuova ulteriore figura al centro di una evidente contrapposizione interna: si tratta di Elisabetta Trenta, che nel corso di una intervista rilasciata all’organo di informazione ‘Avvenire’ ha messo al centro del dibattito sui movimenti migratori, sull’accoglienza e sull’apertura e chiusura dei porti delle precise convinzioni che sembrano una sconfessione rispetto a quanto pronuncia e sostiene con determinazione, invece, il Viminale.
    “Il Mediterraneo è sempre stato un mare aperto e continuerà ad esserlo. L’apertura è la sua ricchezza. La strada è regolamentare, non chiudere. La parola accoglienza è bella, la parola respingimenti è brutta. Poi accogliere si può declinare in mille maniere. E si può, anzi si deve, legare accoglienza a legalità”.
    In questo modo si è espressa la ministra della Difesa in quello che sembra quasi una sorta di richiamo, un avvertimento nei confronti di Matteo Salvini e l’intransigenza della sua fazione governativa.
    “L’Italia non si gira dall’altra parte. Non l’ha fatto e non lo farà. C’è il diritto di assicurare un asilo a chi fugge dalla guerra. E il diritto di arrivare e trovare un lavoro. Ho guardato cento volte le foto di migranti e ho pensato sempre una cosa: una famiglia che mette un figlio su un barcone sperando di regalargli la vita va solo aiutata”.
    Non ha tardato a dare la propria risposta Matteo Salvini. A margine della riunione tra il leader leghista ed il premier Conte in prospettiva del vertice UE di Innsbruck, infatti, il vicepremier ha ribadito la bontà e l’efficacia della propria linea operativa.
    “”Grazie al lavoro fatto, da quando sono ministro, ci sono dati buoni sugli sbarchi: 21 mila in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma non mi accontento, voglio fare ancora meglio”. E aggiunge: “Con Conte c’è una linea comune: rafforzare la sicurezza dei cittadini cittadini italiani, ponendo al centro del dibattito europeo il fatto che non possiamo essere lasciati soli”.
    Quanto ai migranti della Diciotti, l’ultima nave oggetto di discussione, Salvini è chiaro.
    “Al momento non c’è un porto, sto andando in ufficio a lavorare- Se c’è gente che ha minacciato e aggredito non finirà in un albergo ma in galera”.
    Trenta, invece, ribadisce altri concetti sul tema delle Ong. “Dico basta a una eccessiva demonizzazione che non mi convince e non mi piace. Ci sono una maggioranza di organizzazioni luminose. Poi c’è anche qualche mela marcia che sfrutta l’emergenza migranti per fare business. La sfida – lo ripeto – è coniugare accoglienza e rigore. E capire che a volte si agisce per il bene e non sempre si arriva al bene. Soprattutto se manca un’azione coordinata”.