MINENNA RIVELA CHE SCRISSE A RAGGI: ‘SU ROMEO ATTOILLEGITTIMO’. LA BASE È IN RIVOLTA, PIZZAROTTI: ‘DIRETTORIO M5S SI DIMETTA’. GRILLO: ‘IL M5S CE LA FARÀ. VIA MARRA E ROMEO’

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    ‘L’affaire’ romano si sta espandendo a macchia d’olio suscitando trasversalmente il malcontento all’interno del Movimento 5 Stelle. Anche Federico Pizzarotti,  sindaco di Parma Federico (attualmente sospeso dal suo partito e da mesi ormai in attesa di verdetto), è uscito allo scoperto chiedendo le dimissioni “in blocco” del direttorio grillino: “Nei due anni in cui il Direttorio gestisce il Movimento 5 Stelle – ha dichiarato all’agenzia di stampa AdnKronos – sono stati scaricati due sindaci, il sindaco di Gela e di Quarto, un terzo è stato sospeso oltre cento giorni fa senza che esistesse una regola per farlo, e ora vi è il caos a Roma, con un rimpallo di accuse tra chi dice di aver avvisato il Direttorio e chi invece sostiene di non sapere nulla dell’indagine in corso nei confronti dell’assessore Muraro. Tutto questo è stato causato da una grave mancanza di regole chiare a tutti. Da due anni – aggiunge ancora il sindaco di Parma – chiedo una maggiore organizzazione e regole certe, condivise da tutti gli eletti portavoce attraverso un incontro pubblico, un meetup nazionale, come deve essere nello spirito di partecipazione del Movimento. Invece si legge sempre più spesso di incontri a porte chiuse e decisioni prese dall’alto. Ho sempre sostenuto che le correnti interne, che esistono anche nel Movimento, o vengono palesate oppure si rischia di rimanerne schiacciati. Alla luce di tutto questo, il Direttorio dovrebbe oggi rassegnare in blocco le proprie dimissioni per non aver saputo gestire il Movimento, e si dovrebbe finalmente tornare a parlare di partecipazione e di condivisione degli indirizzi politici. L’Italia non si governa con due clic in rete e con decisioni calate dall’alto e a porte chiuse. Serve incontrarsi, parlarsi, organizzarsi, anche litigare e discutere. Ma serve farlo a livello nazionale e con la partecipazione di tutti”. Nel frattempo, da stamane, negli uffici comunicazione M5S della Camera, sono riuniti alcuni membri del direttorio 5 Stelle e del minidirettorio. Si cerca la via d’uscita, dopo che la sindaca ha fatto sapere di aver informato alcuni componenti del minidirettorio, e il direttorio che nelle stesse ore assicurava di non essere a conoscenza dell’indagine. La tensione si taglia col coltello, perché il minidirettorio, in particolare la senatrice Paola Taverna, è sul piede di guerra. Sembra infatti, come anticipato ieri dall’Adnkronos, che ci sia una mail che inchioderebbe il direttorio alle sue responsabilità. In particolare, dal minidirettorio è trapelata la notizia che una mail era stata spedita, indirizzata al vicepresidente della Camera Luigi Di Maio per informarlo della vicenda giudiziaria. E’ in corso dunque un chiarimento, in cui si cerca una strategia per uscire dal guado, mentre la base è letteralmente in rivolta. “Senza Casaleggio e con Grillo che si è fatto da parte, in neanche cinque mesi son riusciti a mandare a puttane il movimento. Complimenti”. E’ solo uno tra i tanti messaggi che stanno fioccando in queste ore sul blog di Beppe Grillo. C’è chi chiede a Grillo di intervenire a gamba tesa: “Dove sei Beppe? Togli il giocattolo dalle mani di questi bimbi prima che sia troppo tardi”. L’amarezza tra gli attivisti è tantissima. “Trasparenza, legalità, democrazia diretta, coinvolgimento della rete, nulla di tutto ciò è stato fatto in questa imbarazzante vicenda romana – scrive tra gli altri Fabrizio D. da Roma – che ci fa quasi rimpiangere Marino con le sue cene a sbafo!! Stiamo dando un ignobile esempio di malapolitica e di manifesta incapacità, tra dimissioni, indagati, bugie e menzogne, raccomandazioni degne della peggior politica che nulla hanno a che vedere con lo spirito e le linee guida del Movimento!”. Per altri attivisti è “urgente e non più procrastinabile l’intervento di Beppe Grillo e di Davide Casaleggio per ripristinare la trasparenza, la democrazia violata e la legalità all’interno del Movimento prima che sia troppo tardi! Altro che Gigino Di Maio presidente del Consiglio!”. C’è chi promette di “non votare mai più M5S, la più grande delusione della mia vita”. Ma c’è anche chi prende le difese della sindaca: “Roma sarà la nostra Stalingrado, resistere, resistere, resistere!”. Oggi intanto a Roma è una giornata di riunioni in Campidoglio: All’indomani dell’audizione in commissione Ecomafie, la sindaca Raggi incontrerà, in due riunioni separate, assessori e consiglieri M5S. Nella ’guerra’ interna al Campidoglio che sta facendo tremare il M5S, c’è anche una lettera indirizzata alla sindacaVirginia Raggi e all’intera giunta capitolina dall’ormai ex assessore al Bilancio Marcello Minenna, alla vigilia delle sue dimissioni seguite alla revoca del capo di gabinetto Carla Raineri. Nella missiva, che costituisce un altro tassello in questa intricata tela che ha portato a ben 5 dimissioni in meno di 12 ore, l’allora responsabile di Bilancio chiede di revocare il suo voto a tutte le assunzioni fatte ai sensi dell’articolo 90 Tuel, “e ciò in quanto in esse difetta qualsivoglia motivazione circa la necessità di assumere personale esterno che costituisce pur sempre un onere ulteriore a carico del Bilancio di Roma Capitale”. Ma nella lettera, in possesso dell’Adnkronos,Minenna getta soprattutto ombre su Salvatore Romeo, fedelissimo di Raggi, già dipendente comunale e finito al centro delle polemiche per il suo stipendio passato da 40mila euro lordi l’anno a 120mila. Nella missiva,Minenna definisce la delibera sul capo segreteria della sindaca “intrinsecamente illegittimo, posto che trattasi di dipendente già assunto con contratto pubblicistico a tempo indeterminato dall’amministrazione capitolina, status che non è stato reso noto nella motivazione della delibera”. Cercando di stemperare gli animi, alcuni parlamentari 5 Stelle hanno riferito di aver sentito in questo ore Beppe Grillo che avrebbe assicurato loro: “Il M5S ce la farà, basta ripartire col piede giusto”. Il leader del Movimento ’più che arrabbiato sembra molto determinato’ a risolvere al più presto la questione, spiega un parlamentare che stamani lo ha sentito telefonicamente.Rinunciare ai suoi fedelissimi, ovvero Raffaele Marra e Salvatore Romeo. A quanto apprende l’Adnkronos dai vertici M5S, la sindaca di Roma Virginia Raggi avrebbe dato garanzie in tal senso. Una richiesta, questa, avanzata anche da Beppe Grillo ma emersa anche nella riunione fiume in corso alla Camera tra direttorio e mini-direttorio. Raggi, viene assicurato, avrebbe dato garanzie in tal senso. La richiesta di fare a meno dei suoi due fedelissimi, Marra e Romeo, sarebbe stata avanzata alla sindaca da Grillo in un messaggio telefonico. Nella riunione ancora in corso a Montecitorio “i nodi stanno venendo al pettine. Roma deve ripartire al meglio” fanno sapere all’Adnkronos i vertici. Da qui, le richieste alla sindaca. Direttorio e mini-direttorio assicurano, inoltre, “massima unità, stiamo procedendo insieme”.

    M.