MOGHERINI ALL’ONU, SUI MIGRANTI ECCO IL PIANO UE

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    Iniziata al Palazzo di Vetro di New York la lunga giornata di Federica Mogherini, che dovrà illustrare in Consiglio di sicurezza la proposta europea per un piano di emergenza sull’immigrazione in Europa. Prima di intervenire davanti ai Quindici, l’Alto Rappresentante per la politica estera della Ue ha nella mattinata newyorkese una serie di incontri. Prima si vedrà con i rappresentanti dell’Unione europea e dell’Italia presso la Nazioni Unite. Poi con quelli dell’Unione Africana e della Cina. Un lavorio, insomma, per creare il consenso necessario sulla bozza di risoluzione che potrebbe arrivare al voto in meno di due settimane. Un testo che dovrebbe ricadere sotto l’ombrello del Capitolo 7 della Carta Onu (quello che prevede l’uso della forza come estrema ratio), sul quale si è raggiunto già l’accordo tra Francia, Regno Unito, Spagna e Lituania (i Paesi europei attualmente nel Consiglio di sicurezza) e la cui stesura è stata affidata ai britannici. Mogherini terrà un punto stampa attorno alle 12.30 ora locale (le 18.30 italiane) dopo il suo intervento davanti al Consiglio di sicurezza. L’Agenda per l’immigrazione preparata dal commissario Dimitri Avramopulos sarà finalizzata oggi dai capi di gabinetto e mercoledì approderà sul tavolo del collegio dei commissari per l’approvazione. Quattro i pilastri su cui si fonda la strategia: aiuto ai Paesi di origine e transito dei migranti, controllo delle frontiere a sud della Libia e nei paesi limitrofi, missioni di sicurezza e difesa contro trafficanti e scafisti e infine, il più controverso, l’obbligatorietà della suddivisione dei profughi in base ad un meccanismo di quote. Per gli aiuti ai Paesi terzi e per il controllo delle frontiere, con interventi sulle infrastrutture per metterle in sicurezza, “non ci sono problemi di soldi”, indicano fonti europee, visto che l’Europa è il primo donatore mondiale e può attingere ad un budget di circa 20 miliardi per cooperazione e sviluppo. Ma la questione politica è la loro destinazione. Per quanto riguarda la missione nell’ambito della politica di sicurezza e difesa, tutto è legato all’Onu e ai tempi per l’approvazione della risoluzione preparata dall’Italia e presentata dalla Gran Bretagna. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha parlato di una decina di giorni per capire se, oltre all’appoggio che già c’è di Francia, Gran Bretagna, Spagna e Lituania, si possa contare anche su quello degli altri undici membri. La Russia, per ora, non ha vincolato il suo sì alla questione delle sanzioni, lasciando aperta la strada dell’ottimismo. La speranza dell’Ue è che sia pronta in tempo per il Consiglio europeo di giugno. Non è escluso però che arrivi anche prima del Consiglio esteri del 18 maggio. Il punto più controverso della strategia resta la redistribuzione dei migranti, con quote obbligatorie da stabilire in base alla ricchezza del Paese, al tasso di disoccupazione, ai numeri degli asili già concessi. La Commissione ha deciso di invocare l’articolo 78.3 del Trattato di Lisbona, finora mai applicato: “Qualora uno o più Stati membri debbano affrontare una situazione di emergenza caratterizzata da un afflusso improvviso di cittadini di Paesi terzi, il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare misure temporanee a beneficio dello Stato membro o degli Stati membri interessati”, recita il testo. Grazie ad esso, la Commissione potrà mettere la questione delle quote su una ’corsia preferenziale’, e il Consiglio dovrà approvarla a maggioranza, quindi il veto di alcuni non basterà a bloccare il provvedimento fortemente voluto dal presidente Jean Claude Juncker.