NO TAV – ‘IL FATTO NON SUSSISTE’, ASSOLTO LO SCRITTORE ERRI DE LUCA: ‘E’ STATA IMPEDITA UN’INGIUSTIZIA’

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    “Non parlerei di vittoria, è stata impedita un’ingiustizia. È stata ripristinata la legalità dell’articolo 21 della Costituzione, che resta prevalente sull’articolo 414 del codice penale fascista”. Dunque giustizia è fatta, ‘il fatto non sussiste’: con questa motivazione (accompagnata dagli applausi nell’aula del processo), cala definitivamente il sipario sulle ridicole accuse che vedevano lo scrittore Erri De Luca alla sbarra, a Torino, per ‘istigazione a delinquere’: alcuni suoi pensieri in merito alla vicenda Tav ‘non erano proprio piaciuti’. “Mi sento tornato un cittadino qualunque – ha commentato lo scrittore, che rischiava una condanna di 8 mesi – ero tranquillo perché credo di aver fatto tutto il possibile per difendere la mia libertà di parola”, ed infatti a suo avviso (e meno male), la motivazione oggi letta in aula legittima e garantisce una libertà nel nostro Paese: “significa che è possibile usare delle parole contrarie”. Parole contrarie che De Luca aveva ribadito nel corso delle ‘dichiarazioni spontanee’, nel corso del giudizio: “Confermo la mia convinzione che la linea di sedicente alta velocità in Valsusa va ostacolata, impedita, intralciata dunque sabotata per la legittima difesa di una comunità minacciata”. In particolare, lo scrittore ha tenuto a precisare l’aspetto “nobile e democratico” del verbo sabotare, in quanto “pronunciato e praticato da valorose figure come Ghandi e Mandela, con enormi risultati politici”. “Questa sentenza dimostra che non avremmo dovuto essere qui, che questo processo non andava fatto, e riporta le cose al giusto posto”, hanno commentato i legali dello scrittore  Alessandra Ballerini e Gianluca Vitale il quale, ha poi aggiunto: “mi auguro che la procura e la Digos di Torino capiscano che c’è un limite anche all’attività di repressione. La libertà di pensiero deve essere libera in valle di Susa come nel resto del Paese”. Condivisibile e da sottolineare il pensiero di Erri circa gli intellettuali e gli scrittori che hanno finto di ignorare la vicenda: “sono degli assenti e si notano. Si sono presi la responsabilità della loro assenza. La società civile, a cominciare dai miei lettori, mi ha invece sostenuto fin dall’inizio con centinaia di letture pubbliche che ho archiviato. Loro non mi hanno mai abbandonato. Mi pare che ci stiamo abituando a una deriva, a una perdita di consistenza civile, ma forse quest’aula è un punto di resistenza”. Del resto come dargli torto? Guai se un libero pensatore, uno scrittore, cedesse alle lusinghe del ‘mestiere’ trascurando quel senso laico di giudizio morale e spirituale che invece un intellettuale ha il ‘dovere’ di esercitare…

    Max