Noemi, il chirurgo: prognosi ancora riservata

    Restano ancora drammatiche le condizioni della piccola Noemi, la bambina di appena quattro anni che a Napoli è rimasta vittima di una sparatoria. La bambina era stata raggiunta da una pallottola vagante che le ha perforato i polmoni ed attualmente, dopo essere stata sottoposta ad un delicatissimo intervento chirurgico, è in piena prognosi riservata. Il chirurgo che l’ha operata non ha voluto fare troppi commenti intorno alla vicenda né sui dettagli del quadro clinico della bambina, ma si è speso con parole di amarezza circa gli stati d’animo provati durante il proprio intervento.

    Noemi, il chirurgo: prognosi ancora riservata. Il chiururgo: come operare una ferita di guerra

    Dopo la sparatoria di Napoli, la piccola Noemi è stata operata e resta tuttavia ancora in prognosi riservata. Il chirurgo che ha eseguito l’intervento ha confessato apertamente: “E’ stato come operare una ferita da guerra“.  La piccola, secondo quanto emerge al momento “è tuttora sedata e collegata al ventilatore meccanico per il persistere dell’insufficienza respiratoria”. Restano dunque legate alla prognosi riservata le condizioni della piccola Noemi, la piccola di 4 anni ferita per un tragico errore nel corso della sparatoria di camorra avvenuta in pieno centro a Napoli. “E’ stato come operare una ferita da guerra” ha ammesso il chirurgo Giovanni Gaglione. La bimba, secondo quanto rivelano i sanitari dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli nell’ultimo bollettino, “è strettamente monitorata nei parametri vitali. Sono stati effettuati esami ematochimici e strumentali che hanno evidenziato la stabilità emodinamica della paziente.”, si legge. “Nelle ultime 48 ore – emerge ancora dal bollettino – non vi sono stati episodi di desaturazione e ipotensione che si erano presentati durante l’intervento e nelle prime 24 ore. Successivamente all’intervento chirurgico effettuato nella notte di venerdì non è stato necessario effettuare ulteriori trasfusioni. La piccola paziente è tuttora sedata e collegata al ventilatore meccanico per il persistere dell’insufficienza respiratoria”.