NON ANDIAMO AD AFFRONTARE UNA SQUADRA SCONOSCIUTA O MATERASSO, MA VOGLIO FARE IL MIO QUARTO MONDIALE

    Dopo quella di Florenzi, stamane a Coverciano è stata la volta del decano giallorosso Daniele de Rossi, a fornire il suo stato d’animo alla vigilia del primo dei due confronti che decideranno contro la Svezia il biglietto di andata della nostra Nazionale verso i Mondiali in Russia. “Sono due partite che non si possono sbagliare – esordisce subito il centrocampista azzurro – Va bene il concetto di dare tutto fino allo sfinimento però poi oltre a sangue e sudore serviranno lucidità, organizzazione, tecnica e corsa. Se bastasse fare la guerra in campo giocherebbero tutti in Nazionale e in Seri A. Dovremo fare una partita molto intelligente e di qualità, e le qualità non ci mancano, le dobbiamo mixare con la nostra esperienza e attenzione in queste due gare. Il fatto che nel mirino adesso ci sia un Mondiale per me è importante, sarebbe il quarto – spiega Daniele – Sarebbe un timbro sulla mia carriera se non dovessi qualificarmi. E’ un appuntamento che nessuno vuole perdere. Bisognerà lasciare da parte i campanilismi e fare il tifo stando vicino all’Italia. San Siro spero ci sia una grande cornice, dovrà esserci grande appartenenza e sostegno. Siamo consapevoli di esser forti, forse migliori della Svezia, ma c’è quel pizzico di normalissima paura che ormai nel calcio di oggi è quasi necessario. Dovremo prenderla coi piedi di piombo e stare molto attenti ma c’è grande fiducia”. Ed ancora: “L’assenza di Ibrahimovic è un vantaggio, anche a 40 anni, con una gamba rotta, non vorrei mai Ibrahimovic contro. Potrebbe essere un vantaggio, meglio che non ci sia. Però non è nemmeno una Nazionale così sconosciuta, li conosciamo bene perché alcuni giocano in Italia e altri in Europa in campionati importantissimi. Non andiamo ad affrontare una squadra sconosciuta o materasso. Se il Mondiale è importante per me, che ne ho già fatti 3 – ha quindi concluso de Rossi – sarà ancora più importante per loro che ne hanno fatti meno e hanno avuto meno opportunità di mostrarsi ad un palcoscenico mondiale”.
    M.