Non ci resta che il crimine ritorno agli anni’80

    Con Non ci resta che il crimine ci si rituffa negli anni’80: il pop, le spalline imbottite, la coppa del mondo di calcio, e la banda della Magliana. Tutto ciò in Non ci resta che il crimine, commedia firmata da Massimiliano Bruno (sceneggiatura di Nicola Guaglianone) che narra di tre amici – Alessandro Gassmann, Gian Marco Tognazzi e Marco Giallini che nel corso di un tour nella Roma criminale improvvisamente ritornano indietro nel 1982 nella tana di Renatino e Co. Non ci resta che il crimine è un ritorno ai ricordi della cultura pop: la tutina di Heather Parisi, la giacca di Raffaella Carrà, I figli delle stelle e  Sole cuore amore, i Kiss, i colpi alle banche, la maliarda affettuosa. Gian Marco Tognazzi interpreta il più fragile del trio, che però subirà un grande mutamento di personalità durante il viaggio nel tempo anche per via dei contatti con il tremendo Renatino, il leader della banda della Magliana intepretato dall’eccellente Edoardo Leo e dalla donna del boss Ylenia Pastorelli. Alessandro Gassmann e il regista Bruno hanno rilasciato un’intervista alla stampa che, tra varie nostalgie, danno tutte le motivazioni al pubblico per recarsi al cinema a vedere Non ci resta che il crimine. Alla domanda se la pellicola è una sorta di ‘Ritorno al futuro’ loro rispondono:”Sì, un insieme di generi abbastanza atipico per quello che è il canone della commedia: si ride anche, ma alla fine è un film di avventura e action, direi un acion comedy all’italiana, non un’Arma letale con botti e schioppi e gli elicotteri, ma che ti può sorprendere. La commedia resta di sottofondo la commedia, ma i toni cambiano, il film a tratti si fa anche serio e avvincente, per poi tornare alla commedia di situazione. È piano di omaggi e spunti che arrivano da un’epoca passata e che raccontiamo al livello cinematografico e musicale”.