OPERAZIONE DEI FINANZIERI DELLO SCICO E DELLA DDA: SEQUESTRATI BENI PER 5 MILIONI DI EURO AI TULLIANI. GIANFRANCO FINI INDAGATO PER RICICLAGGIO: ‘HO FIDUCIA NEI MAGISTRATI’

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    Stamane, i finanzieri del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza (S.C.I.C.O.), al termine delle indagini della Procura di Roma, Direzione Distrettuale Antimafia, hanno eseguito undecreto di sequestro preventivoemesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Romanei confronti di Sergio Tulliani, Giancarlo Tulliani e Elisabetta Tullianiper un valore dicirca 5 milioni di euro, con riferimento aireati di riciclaggio, reimpiego ed autoriciclaggio posti in essere dal 2008. Reati che avrebbero condotto ad un profitto illecito superiore a 7 milioni di euro. Nell’ambito dell’inchiesta risulta indagato anche Gianfranco Fini per riciclaggio. “L’avviso di garanzia è un atto dovuto. Ho piena fiducia nell’operato della magistratura, ieri come oggi”, ha affermato in merito l’ex presidente della Camera. L’inchiesta è una coda della precedente che, lo scorso 13 dicembre, aveva comminato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Francesco Corallo, Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Laboccetta in quanto ‘capi e partecipi di un’associazione a delinquere a carattere transnazionale, dedita ai reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte’. Ed i profitti illeciti di tale associazione, oggetto di riciclaggio, secondo i magistrati una volta depurato sarebbe stato impiegato da Francesco Corallo in attività economiche e finanziarie, nonché in acquisizioni immobiliari. Tuttavia, a quanto risulterebbe molto sarebbe stato destinato anche ai membri della famiglia Tulliani. In particolare, le perquisizioni e l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Sergio e Giancarlo Tulliani, contemporaneamente agli accertamenti bancari sui rapporti finanziari intestati ai membri della famiglia Tulliani, hanno fatto emergere nuove condotte di riciclaggio, reimpiego ed autoriciclaggio compiute da Sergio, Giancarlo ed Elisabetta Tulliani. Quindi, spiegano gli inquirenti, i membri della famiglia Tulliani ricevute (direttamente o attraverso le loro società offshore), ingenti trasferimenti di denaro disposti da Francesco Corallo ed operati da Rudolf  Baesten, privi di qualsiasi causale o giustificati con documenti contrattuali fittizi, hanno ulteriormente trasferito ed occultato, attraverso operazioni di frazionamento della provvista illecita e movimentazioni reciproche, il profitto illecito dell’associazione utilizzando propri rapporti bancari, accesi in Italia e all’estero. Nello specifico, i 2,4, milioni di euro, direttamente ricevuti da Francesco Corallo e, successivamente, trasferiti da Sergio Tulliani ai figli Giancarlo ed Elisabetta per essere reimpiegati in acquisizioni immobiliari siti nel comprensorio di Roma e provincia. Nonché il rilevante plusvalore di oltre 1,2 milioni di euro, derivante dalla vendita dell’appartamento di Montecarlo, già di proprietà di Alleanza Nazionale di cui erano divenuti proprietari, di fatto, i fratelli Tulliani, a spese di Francesco Corallo, il quale aveva anche provveduto all’intera creazione delle società offshore dei Tulliani.