Pakistan, strage di innocenti a scuola – di Alessia Battistella

    emluLmpwZwIeri 16 dicembre, un commando talebano ha attaccato una scuola militare in Pakistan. La carneficina è iniziata alle 11 ora locale, ed è andata avanti per 7 ore fino a quando l’esercito è riuscito a riconquistare il controllo dell’edificio, uccidendo tutti gli assalitori e mettendo così fine alla loro crudele impresa. Al momento si contano 141 vittime e oltre 113 feriti.

    La scuola, Army Public School, è abitualmente frequentata da un migliaio di studenti, tra i 10 e i 18 anni, e per loro è stato un vero inferno. Alcuni sono riusciti a fuggire, altri si sono finti morti, e chi è sopravvissuto ha raccontato di scene raccapriccianti. Gli uomini del comando, muniti di giubbotti esplosivi, hanno scalato il muro esterno della struttura, e hanno fatto irruzione nelle aule. Hanno iniziato a sparare a caso, rincorrendo gli alunni e stanando quelli rintanati sotto i banchi.

    “Come in una macabra processione – ha raccontato Musdassar Abbas, tecnico del laboratorio di fisica della scuola – sei o sette di loro sono entrati nelle aule e hanno sparato contro professori ed allievi come in un tiro al bersaglio”. E ancora, una fonte dell’esercito ha riportato che i terroristi avrebbero dato fuoco ad un insegnante e costretto i bambini a guardarlo mente moriva: “Sono entrati in classe e hanno gettato della benzina sul corpo dandogli fuoco”.

    Teatro dell’attacco è Peshawar, la principale città nel nord-ovest della regione, e nel mirino c’è la scuola in Warsak Road, che fa parte del Sistema di Scuole e College pubblici gestiti dall’esercito pakistano. È stata una rappresaglia per l’offensiva dell’esercito in Nord Waziristan, la zona tribale al confine con l’Afghanistan dove si trovano le roccaforti talebane.

    I talebani lo hanno detto chiaramente: “Abbiamo scelto con cura la scuola militare perché il governo ha preso di mira le nostre famiglie, e le nostre donne. Vogliamo far provare loro (ai militari) il nostro stesso dolore”, ha spiegato Muhammad Umar Khorasani, un portavoce di Tehreek-e-Taliban. La scuola è stata scelta proprio perché frequentata dai figli di alti ufficiali. Inoltre, ha aggiunto di aver dato l’ordine di sparare a tutti gli studenti adulti, ma di non toccare i più piccoli. Ma non è stato così. E i ragazzi sono stati giustiziati; molti, ha raccontato un medico del Lady Reading Hospital, avevano ferite al petto e alla testa.

    Tutto il mondo è inorridito di fronte alla tragedia, e unanime è la condanna del folle gesto terroristico. Il premio Nobel per la Pace, la giovane pakistana Malala Yousafzai, che questi stessi talebani tentarono di uccidere nel 2012 per il suo impegno a favore dell’educazione femminile, ha parlato di “attacco orrendo e codardo contro bambini indifesi”. Il presidente americano Barack Obama ha tuonato contro la deprivazione degli assalitori, mentre il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha definito l’azione “un atto di vigliaccheria”. Su Twitter, Matteo Renzi scrive “bambini, bambini uccisi, bambini uccisi a scuola. Inconcepibile. Il mondo deve reagire all’orrore”.

    Un attacco, quello di Peshawar, che riverà un’immediata risposta da parte delle forze di sicurezza. Il premier pachistano, Nawaz Sharif, ha condannato l’assalto, e ha dichiarato che la campagna militare in Nord Waziristan, lanciata a metà giugno, “continuerà fino a che non saranno eliminati tutti i terroristi”.