PALERMO – FREDDATO MENTRE GIRAVA IN BICICLETTA NEL QUARTIERE ZEN: IL BOSS DAINOTTI SUSCITÒ POLEMICHE PERCHÉ, PLURIOMICIDA, FU SCARCERATO GRAZIE ALLA LEGGE CAROTTI

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    Malgrado un ‘curriculum’ criminale di tutto rispetto – composto anche da omicidi – era riuscito ad ottenere una scarcerazione, sollevando legittime polemiche. Grazie alla legge Carotti infatti, lui e molti altri boss (come Giovanni Matranga, Francesco Mule e Giulio Di Carlo), tutti condannati all’ergastolo per omicidio, tornarono tutti in libertà. Ma per Giuseppe Dainotti la libertà ha preteso un prezzo carissimo: stamane, mentre passeggiava tranquillamente in bicicletta in via D’Ossuna, nel quartiere Zisa di Palermo, è stato avvicinato da due uomini che gli hanno sparato in testa uccidendolo sul colpo. Il boss (scarcerato 3 anni fa dopo più di 25 anni di detenzione), era stato condannato all’ergastolo per l’omicidio del capitano dei carabinieri Emanuele Basile e dei carabinieri Bommarito e Morici che l’accompagnavano. Il boss era stato condannato tre anni fa all’ergastolo ma era riuscito a lasciare il carcere, tra le polemiche, beneficiando della Legge Carotti. Dainotti, come raccontano le cronache giudiziarie di Cosa nostra, era ritenuto un boss del mandamento di Porta Nuova di Palermo. Clamorosa la sua partecipazione alla rapina miliardaria al Monte dei Pegni nel 1991.

    M.