Home ATTUALITÀ Pd, Schlein: “Rischi di scissione? Assolutamente no”

    Pd, Schlein: “Rischi di scissione? Assolutamente no”

    (Adnkronos) – “Sarà mio interesse essere la segretaria di tutti e di tutte e lavorare bene insieme agli altri candidati, Bonaccini in primis, ma anche Cuperlo e De Micheli” e “dimostrare che è finito tempo dei personalismi e della conflittualità interna”. Così Elly Schlein, segretaria del Pd, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai 3, escludendo rischi di scissione. 

    Ricompattare il Pd “non è facile ma l’onda di partecipazione che c’è stata è il presupposto migliore per uscire dalle logiche di cooptazione e rimescolare le culture”. Rischi di scissione? “Assolutamente no. E lavoreremo per tenere unito questo partito ma senza rinunciare a una direzione chiara”.  

    “Lunedì, dopo la vittoria, ho annunciato che avremmo riaperto il tesseramento il prima possibile e ho il piacere di annunciare questa sera che abbiamo aperto il tesseramento online sul sito del Pd e stiamo già lavorando con i nostri circoli sul territorio perché nei prossimi giorni si possa fare anche lì – ha affermato – L’invito al popolo delle primarie è: venite, aiutateci, abbiamo bisogno di voi, entrate a far parte dei questa comunità perché ci servono le vostre competenze, le vostre idee, la vostra passione”.  

    “Ieri c’è stata una straordinaria partecipazione e mobilitazione in risposta all’aggressione squadrista davanti a una scuola, a difesa della scuola pubblica e della costituzione, per lanciare un messaggio chiaro: questi metodi squadristi non passeranno, non saranno tollerati” e “abbiamo soprattutto ritrovato, su alcuni temi concreti, la necessità e la voglia di fare opposizione in maniera più efficace e coordinata. Sulla scuola pubblica non si scherza fare insieme una grande battaglia”, ha sottolineato.  

    “I risultati delle elezioni di settembre sono anche il frutto delle mancate alleanze e della mancata capacità di costruire un fronte, un campo che potesse essere competitivo rispetto a quello delle destre – ha aggiunto Schlein – e credo che dopo la sconfitta anche alle regionali sarebbe irresponsabile non trovare, nelle nostre differenze, terreni di battaglie comuni. Ne cito uno, su cui rinnovo l’invito a tutte le forze di opposizione, terzo polo, 5S, sinistra e verdi: il salario minimo. Facciamolo insieme, in parlamento e nel Paese”. 

    Renzi e Calenda? “Ho sentito Calenda come ho sentito Conte dopo la vittoria alle primarie” e su salario minimo e sanità pubblica “con terzo polo e M5S, così come con sinistra e verdi, questa battaglia la dobbiamo fare insieme”. 

    Ucraina 

    Invio delle armi in Ucraina necessario? “Assolutamente sì, abbiamo votato in Parlamento e credo sia necessario sostenere il popolo ucraino rispetto a un’invasione criminale. Quello che però ho sempre aggiunto è che non può esserci sinistra senza cercare di costruire la pace e non possiamo rinunciare all’idea che i conflitti non si risolvono solo con le armi. Da federalista europea convinta dico che vorrei un protagonismo forte dell’Ue, dal punto di vista politico e diplomatico, un ruolo diplomatico e politico forte perché Putin non è isolato, molti Paesi lo stanno ancora supportando e si può fare maggiore pressione per arrivare alla fine del conflitto, a una conferenza multilaterale di pace che non può che essere una pace giusta”. 

    Migranti 

    “Piantedosi dovrà venire settimana prossima in Aula a riferire sui gravissimi fatti della strage di Crotone, si devono chiarire responsabilità e linea di comando”, ha detto ancora Schlein. “Abbiamo già avanzato i nostri atti ispettivi nella sede opportuna, quella parlamentare. Quello che è successo è gravissimo ed è una ferita profonda, il ministro ha colpevolizzato chi parte anziché chiedersi cosa devono fare le istituzioni europee e italiane per evitare che accadano ancora stragi come questa. Si dovrebbe rispondergli: qual è l’alternativa che hanno queste persone che cercano protezione internazionale? Il ministro, prima di dire cose inumane, dovrebbe porsi il tema che noi non abbiamo vie legali e sicure per l’ingresso in Europa per chi fugge da guerre, discriminazioni e torture e ha diritto a chiedere protezione internazionale nei nostri paesi”.