Piazza S.Carlo, la Cassazione conferma l’omicidio

    La Corte di Cassazione ha riconosciuto l’accusa di omicidio colposo per l’incidente in Piazza San Carlo a Torino, dove un gruppo di ragazzi aveva provocato il panico la sera del 3 giugno 2017, mentre i tifosi della Juventus stavano assistendo alla finale di Champions League contro il Real Madrid. La quinta sezione penale della Corte Suprema ha respinto l’appello presentato da uno dei sette sospettati, Sohaib Bouimadaghen noto come “Budino”, accusato insieme ad altre sei persone di aver usato uno spray al peperoncino per provocare il panico tra la folla. Nella confusione, una donna ha perso la vita, Erika Pioletti, 38 anni, mentre altre 1.526 persone sono rimaste ferite.

    Sohaib Bouimadaghen aveva contestato la decisione del Riesame con la quale il provvedimento cautelare in carcere era stato confermato, ma il 12 dicembre 2018 la Corte Suprema ha respinto l’appello e confermato l’accusa di omicidio colposo.

    “Questo è certamente un punto a nostro svantaggio”, ha commentato l’ avvocato Guido Anetrini, che difende uno dei membri della banda di sospettati. “Ma in processi come questi ci sono aggiornamenti continui”. Il gruppo di ragazzi che aveva provocato il panico in Piazza San Carlo a Torino per la finale di Champions League tra la Juventus e il Real Madrid è stato soprannominato la “banda del peperoncino”, per il fatto che usassero lo spray urticante come una vera arma.

    Gli obiettivi principali sono i concerti, o almeno tutti quei luoghi in cui si ammassa un folto il pubblico. Lo scopo di queste bande è chiaro: approfittare dei momenti di panico creati dall’uso dello spray per sottrarre indisturbati alle persone smartphone, collane, portafogli e qualsiasi altra cosa si riesca a trafugare.

    L’ultimo episodio che ha coinvolto queste bande è quello di Corinaldo, vicino ad Ancona, durante il concerto del trapper Sfera Ebbasta in una discoteca, dove sono decedute sei persone, tra cui cinque minorenni. Non è ancora stato verificato dall’indagine, ma secondo le prime prove il panico sarebbe stato innescato dall’uso dello spray.