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Pillola anti-Covid: i due farmaci della Merck e di Pfizer arriveranno in Italia alla fine di gennaio. Ecco come funzionerà la terapia

Premesse le infinite questioni legate ai vaccini, nel frattempo però – fortunatamente – la scienza continua a lavorare anche sui trattamenti farmacologici relativi al Covid-19 ed alle sue varianti.

Così, ‘video-intervenendo’ in audizione presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato, il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, ha annunciato che le due annunciate pillole anti covid (il molnupiravir della Merck, ed il paxlovid della Pfizer), “saranno disponibili in Italia a partire da fine gennaio 2022”.

Come funziona e come va gestita la pillola brevettata dalla Merck

Quindi, entrando nei particolari dei due farmaci, Magrini ha riferito che “Il molnupivarir, per cui c’è stata una successiva comunicazione nello studio finale di una riduzione del 30% dell’effetto inizialmente dichiarato, ha avuto una valutazione preliminare positiva ed è stata data per un approvigionamento del farmaco, ma l’approvazione del dossier avverrà sull’analisi dell’aggiornamento“.

Il Molnupivarir: come va preso, quanto e, soprattutto, chi non può farne uso

Nello specifico, nella cura della malattia, come ha indicato l’Ema, la terapia deve iniziare entro 5 giorni dai primi sintomi, ed presa 2 volte al giorno per 5 giorni. Stando a quanto raccolto dei dati aggiornati nell’ambito dello studio condotto da Move-Out, la pillola consente una riduzione del rischio relativo di ricovero o morte per Covid del 30%. In realtà dietro queso farmaco si cela una delusione rispetto a quanto annunciato inizialmente quando, nell’analisi ad interim dello stesso trial, veniva segnalato un dimezzamento del rischio (riduzione del 48%).

Ricordiamo che l’utilizzo di questa pasticca “non è raccomandato in gravidanza”, e nemmeno nel corso dell’allattamento al seno che deve  “deve essere interrotto durante il trattamento e per 4 giorni dopo il trattamento”.

Allo stesso modo, la terapia con questa pillola è sconsigliata anche nelle donne che potrebbero iniziare una gravidanza, e che non utilizzano un contraccettivo efficace. Diversamente, le donne che potrebbero rimanere incinte nel corso della cura, per 4 giorni dopo l’ultima dose di Lagevrio dovranno usare un contraccettivo efficace durante la cura,

Attualmente però il medicinale, che appunto non è attualmente autorizzato in Ue, può essere utilizzato per trattare adulti con Covid che non richiedono ossigeno supplementare e che sono a maggior rischio di sviluppare malattia grave.

Come funziona e come va gestita la pillola brevettata della Pfizer

Diversamente dall’altra, la pillola di Pfizer, il direttore dell’Aifa ha precisato che “ha una efficacia dell’89% nella riduzione delle ospedalizzazioni: la valutazione dello studio finale è in corso, ma si va verso l’approvigionamento”.

Dai primi esami è emerso che il Paxlovid ha notevolmente ridotto sia il rischio di ospedalizzazione che di morte

Inoltre, il Chmp (Comitato per i medicinali a uso umano Chmp), sta  attentamente esaminando i dati relativi ad uno studio mirato a confrontare l’effetto del Paxlovid, rispetto a placebo, in un campione di pazienti con Covid da lieve a moderato – ancora non ospedalizzati – ma potenzialmente a rischio di progressione verso malattia grave. Ad oggi i risultati preliminari emiri dal studi, hanno indicato che grazie al trattamento con questo farmaco (somministrato entro 3 o 5 giorni dall’inizio dei sintomi), rispetto al placebo è stato notevolmente ridotto sia il rischio di ospedalizzazione che di morte. Ovviamente ora il Chmp esaminerà anche i dati sulla qualità e la sicurezza del farmaco.

Ricordiamo che già a fine novembre l’Agenzia del farmaco ha annunciato l’avvio di “una revisione sulla pillola anti covid di Pfizer. L’Ema sta esaminando i dati attualmente disponibili sulla pillola che dovrebbe rappresentare un passo avanti sul fronte delle cure domiciliari, ed avvia questa revisione per supportare le autorità nazionali che potrebbero decidere sul suo uso precoce, ad esempio in contesti di emergenza, prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio”.

Ed ancora, spiegano dall’Ema, ”Sebbene si preveda l’inizio di una rolling review più completa prima di una possibile richiesta di autorizzazione all’immissione in commercio, questa revisione fornirà raccomandazioni a livello Ue nel più breve tempo possibile, in modo che possano essere utilizzate dalle autorità nazionali che desiderano prendere decisioni basate sull’evidenza sull’uso precoce del medicinale“.

Max