Pubblicità e marketing alimentare la svolta etica – di Alessandra Benassi

    evil-clown-mcdonalds-30871145-320-304Pubblicitari ed esperti di marketing, che operano e elaborano strategie di promozione per le multinazionali produttrici di prodotti alimentari definiti spazzatura, da oggi hanno le mani legate grazie alla nuova proposta della sezione europea dell’OMS. L’ Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato ieri le nuove tabelle per capire quali cibi è possibile promuovere sulla base delle sostanze, dai grassi al sale, che contengono. 

    I parametri non lasciano spazio sul mercato pubblicitario a patatine, energy drink, biscotti e succhi di frutta con zuccheri aggiunti e a qualsiasi altro genere alimentare che non sia tipico di una dieta alimentare sana. Un iniziativa volta al fine di ridurre lo sviluppo dell’obesità, causato molto spesso dal rapporto di familiarità che i consumatori hanno con marchi e multinazionali, per via della continua pubblicità creatrice di bisogni indotti. 

    L’Oms con la sua nuova proposta vuole sopratutto proteggere i bambini dall’aggressività del marketing. Diversi studi hanno dimostrato come bambini di 4 anni sono già in grado di riconoscere marchi alimentari e desiderare alimenti di cui non hanno sentito mai parlare i propri genitori o trovato sulle tavole delle loro case. Si sentono legati a multinazionali e desiderando i loro prodotti. Un esemplo emblematico è la strategia di marketing di fidelizzazione, attuata dalla catena di fast food Mc Donald, nei confronti dei bambini, questo è emerso dal libro “Fast Food Nation: The Dark Side of the All-American Meal”  di Eric Schlosser e da un altro libro James U. McNeal “Kids As Customers” (I bambini come clienti). La multinazionale per sedimentarsi nelle coscienze e desideri dei piccoli clienti ha sviluppato un cartone animato, in cui il bambino riesce a familiarizzare già da piccolissimo con il clown e la M che contraddistinguono il marchio.

    Fra i cibi di cui andrebbe evitata la pubblicità la tabella mette tutti i prodotti a base di cioccolata, torte e biscotti dolci, gelati, bibite energetiche e gassate e anche i succhi di frutta, che sono fra le principali fonti di zuccheri nella dieta dei bambini e che sono ammessi soltanto se contengono il 100% di frutta. Stop a spot degli snack salati, ammessi solo se contengono al massimo lo 0,1% di sale. Gauden Galea, direttore della divisione che ha preparato le linee guida dichiara: ’’Data l’epidemia di obesità in Europa non c’è giustificazione per continuare a promuovere prodotti che hanno uno scarso valore nutrizionale e contribuiscono a diete non salutari’’. 

    la scienza ha già dimostrato come il junk food danneggi tutti gli aspetti della nostra salute ma una conoscenza dei rischi sembra non essere sufficiente alla sensibilizzazione delle grande aziende e dei pubblicitari, è necessaria una regolamentazione che riesca ad affrontare il problema ormai diffuso dell’obesità.