Punti di Primo Intervento, i Sindaci dicono ‘No’

    Punti di Primo Intervento, i Sindaci dicono ‘No’ al piano di riorganizzazione presentato dalla ASL.
    Dunque si riapre con questo nuovo indirizzo di pronuncia, e per certi versi da diverse parti in causa anche preannunciato, il percorso relativo ai Punti di Primo Intervento.
    I sindaci dicono no ai Punti di Primo Intervento e avanzano una proposta alternativa. De Lillis afferma: “Il piano della ASL non risponde alle nostre istanze”. E nel frattempo si preannuncia per venerdì 30 una manifestazione a Latina contro la chiusura dei PPI.

    I Punti di Primo Intervento rappresentano un tema che nelle ultime settimane ha acceso molto il dibattito. Ad ottobre la Regione Lazio ha inviato una nota alla Direzione della ASL di Latina chiedendo di presentare un piano di riorganizzazione dei PPI, che fosse evidentemente condiviso con i Sindaci dei Comuni interessati e la cui efficacia fosse tempestivamente legata a far data dal 01.01.2020. Il documento una volta che è posti stato inviato a ogni sindaco evidentemente non risponde alle istanze più volte avanzate dagli stessi e dunque non può essere accettato, da loro, nella modalità in cui si presenta.
    In particolare Il Sindaco Mauro De Lillis insieme agli altri Sindaci interessati dal superamento dei PPI e ai Comitati civici con il prezioso aiuto dell’Ordine dei medici di Latina hanno elaborato una propria proposta, che si sintetizza nel modo seguente:
    1) Creazione degli ADEM (Ambulatori dell’Emergenza Medica), con medici muniti di apposito attestato di idoneità all’esercizio di emergenza sanitaria territoriale, con adeguata dotazione infermieristica, informatica, tecnologica, con onorari di apertura al pubblico H24 e gg 7/7 e che dalle 8 alle 20 di festivi e prefestivi includa compiti e funzioni della continuità assistenziale (ex Guardia Medica);
    2) Creazione di un punto medicalizzato ARES 118 per ogni PPI;
    3) Creazione delle UCP (Unità di Cure Primarie) e PDTA (percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali) nell’ambito delle sedi degli attuali PPI, trasformati tutti in Case della Salute distrettuali;
    4) Collegamento di ADEM, UCP, PDTA e Case della Salute in una rete telematica per l’accesso immediato alle informazioni dei pazienti inseriti nella Banca dati;
    5) Predisposizione e attuazione di apposita campagna informativa istituzionale con il coinvolgimento fondamentale della Regione e delle realtà locali.

    “In questo momento quindi – dice Mauro De Lillis – c’è anche una proposta alternativa a quella formulata dalla ASL”.