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“Putin come Zelensky vuole l’Italia fra i paesi garanti per la pace. Le parti sono più vicine ma per il cessate il fuoco i tempi non sono ancora maturi”

Ieri Palazzo Chigi ha dato conferma del lungo colloquio telefonico, che il premier Draghi ha avuto con il presidente russo, Vladimir Putin. Riguardo invece i contenuti della chiamata, oltre che riferire dell’approccio del nostro presidente del Consiglio (“Salve presidente Putin l’ho chiamato per parlare di pace”), in realtà su quanto di sono detti, non è stato riferito nulla. Salvo il fatto che,’ovviamente’, oltre di guerra si è anche discusso della pretesa da parte dello ‘Zar’ di far pagare il gas in rubli ai ‘paesi ostili’ (cioè quanti hanno aderito alle sanzioni contro la Russia), Italia compresa.

Draghi: “Secondo Putin non sono ancora mature le condizioni per un cessate il fuoco, ma ha acconsentito ai corridoi umanitari”

Stamane però Draghi ha riferito del colloquio, davanti ai giornalisti nella sede della stampa estera.

Non ci sentivamo con il presidente Putin dall’inizio della guerra – ha spiegato il premier – Gli ho detto che volevo parlare di pace e a questo Putin ha acconsentito. Ho chiesto se era previsto un cessate il fuoco: le condizioni non sono mature, però è stato aperto il corridoio umanitario di Mariupol che vedete oggi sui giornali“.

Draghi: “Ribadito quali sono le condizioni per giungere ad un accordo, Putin ha affermato che con Kiev hanno fatto piccoli passi in avanti”

Quindi ha aggiunto il capo del governo, ”E’ seguita, da parte di Putin, una lunga descrizione della situazione geo-strategica dell’Ucraina e quali sono le sue condizioni di un accordo. Uno dei punti che ha trattato è che a suo dire ci sono dei piccoli passi avanti nei negoziati e in effetti le posizioni delle due parti si sono un po’ avvicinate. Sono cauto, c’è ancora molto scetticismo”.

Draghi: “Da parte di Zelensky c’è sempre stata disponibilità per la pace, il problema è vedere se ci sono anche da parte della Russia”

Di contro, ha commentato Draghi, ”La disponibilità di Zelensky è sempre stata totale verso una pace, il problema è vedere se ci sono le condizioni per cui anche la Russia lo sia, finora i fatti dicono che non c’è stato questo desiderio. Finora solo la resistenza ucraina ha rallentato l’invasione e questo forse porta oggi all’inizio di un processo di pace“.

Draghi: “Ho ribadito a Putin che da parte di Zelensky c’è la volontà d’incontrarsi, ma il presidente ha ribattuto che i tempi non sono ancora maturi”

Tuttavia, ha tenuto a rimarcare il premier, “A Putin, nella telefonata di ieri, ho espresso la mia convinzione che per risolvere i nodi cruciali fosse necessario un suo incontro con il presidente Zelensky, che lo stesso Zelensky sta chiedendo dall’inizio della guerra. Mi ha detto che i tempi non sono maturi e che è necessario che i negoziati vadano avanti“.

Draghi: “Tutti desideriamo vedere uno spiraglio di luce nella guerra, ma per ora restiamo con i piedi a terra attenendoci ai fatti”

Da parte mia, ha osservato quindi il presidente del Consiglio, ”Sono molto cauto nell’interpretare questi segni. Credo di aver notato un cambiamento nel tono ma non potrei dire se è vero, perché in una telefonata di 40 minuti non è facile capire il carattere. Tutti desideriamo vedere uno spiraglio di luce nella guerra in Ucraina ma restiamo con i piedi a terra attenendoci ai fatti”.

Draghi: “L’aspetto positivo è che l’Italia è richiesta come garante sia dall’Ucraina che dalla Russia”

Poi, parlando di un’eventuale ruolo come garante per la pace, Draghi ha rivelato che “Il contenuto esatto di queste garanzie è presto per definirlo, dipenderà dal risultato dei negoziati. Credo sarà un ruolo di garanzia affinché le clausole negoziate siano attuate. L’aspetto positivo è che l’Italia è richiesta come garante sia dall’Ucraina che dalla Russia”.

Draghi: “Da quanto mi ha spiegato Putin, credo che la conversione dal pagamento in euro o in dollari ai rubli è un fatto interno alla Federazione russa”

Infine, rispetto alla questione del gas, che il Cremlino pretende da domani venga pagato in rubli, il premier ha spiegato che “vi riferisco le parole del presidente Putin: i contratti esistenti rimangono in vigore. La spiegazione di come si fa a mantenere il pagamento in euro o in dollari e soddisfare allo stesso tempo l’indicazione russa per il pagamento in rubli, è stata una spiegazione molto lunga. Quello che ho capito è che la conversione dal pagamento in euro o in dollari ai rubli è un fatto interno alla Federazione russa“.

Draghi: “Lo spazio per un ruolo cinese esiste, ed è molto significativo, verrà toccato nel vertice tra Ue e Cina di domani”

Riguardo invece il ruolo di Pechino, il premier afferma che “ho aspettative positive perché è impossibile non averne. Potrebbe diventare protagonista di prima grandezza nell’avvicinare le due parti, poi bisogna vedere se queste aspettative sono confermate dal comportamento e dalle indicazioni del presidente Xi Jinping. Lo spazio per un ruolo cinese esiste, ed è molto significativo, verrà toccato nel vertice tra Ue e Cina in programma domani”.

Draghi: “Anche se in parte disatteso, il vincolo del 2024 per le spese militari è un obiettivo a cui bisogna tendere con continuità e realismo”

Esaudito il tema Putin, Draghi è poi errato nel vivo della questione relativa alla spese militari da parte del governo, e dalle polemiche seguite: ”Il vincolo del 2024 per le spese militari assunto in ambito Nato è stato preso più come un’indicazione, molti Paesi Ue lo hanno disatteso. Anche la Germania è attorno all’1,6%, l’Italia all’1,4%, la Spagna appena al di sotto dell’Italia. E’ un obiettivo a cui bisogna tendere con continuità e realismo. Non c’è nessuna sorpresa in questo obiettivo di tendenza“.

Max