Regionali: il voto premia Salvini

    L’esito delle Regionali in Abruzzo premia il vice premier Matteo Salvini e stende il M52 di Di Maio. La maggioranza di governo, già divisa su tanti temi, si sposta nei suoi equilibri sul versante leghista. Il premier Conte però frena: per il governo non cambia nulla.

    Voto Abruzzo, Salvini gongola per una vittoria netta e inequivocabile arrivata a braccetto con i suoi storici alleati del centrodestra, con i quali ha ’rotto’ per formare il tandem governativo con i grillini, e a danno proprio dei suoi attuali partner del Movimento. E la prima sintesi dell’esito delle urne di Abruzzo che lo hanno sancito come architrave, al momento, dei consensi elettorali di quella che è considerata come la prima vera prova di resistenza alle urne dell’attuale governo, è in queste parole: “No a rimpasto, ora approvare le leggi in agenda”. D’altro canto il Movimento ha subito un crollo piuttosto impossibile da non notare, ma a far da pompiere ci pensa il premier Conte: “Per il governo non cambia nulla”
    Il leader della Lega non vuol mettere dal suo versante benzina sul fuoco, ma ci tiene, dopo l’esito dei voti in Abruzzo a ricordare quelle che sono le priorità del suo partito: autonomia, legittima difesa, riforma fiscale. E nei Cinquestelle dopo la sconfitta iniziano i primi mal di pancia Patuanelli dice: “Se la Lega ci scarica, ci saranno conseguenze”.
    C’è poi il versante PD. In qualche modo i dem hanno dimostrato di saper arginare la profonda emorragia di voti che erano andati sostanzialmente tutti al M52, anche se Zingaretti sulla salute del suo Pd è ottimista ma cauto: “La strada è ancora lunga, ma giusta”.

    All’alba del risultato del voto in Abruzzo l’esecutivo gialloverde si chiede il da farsi. In effetti la Lega continua a raccogliere successi, con il picco del 27 per cento in una regione del centro sud e praticamente fungendo da perno per tutto il centrodestra da cui pur si è distaccato.
    Dall’altra parte della barricata i 5Stelle hanno polverizzato i consensi rispetto al 4 marzo: si contano circa 200 mila voti persi). E si vocifera di malumori, di una richiesta di assemblea a Di Maio, ci si interroga su Di Battista e la sua figura, e di confronti con i ministri pentastellati e i capigruppo di Camera e Senato. Proprio il numero uno dei senatori M5S, Stefano Patuanelli, chiarisce: “Penso che il ministro dell’Interno sappia perfettamente che scaricare il Movimento 5 Stelle avrebbe delle ripercussioni molto forti anche sul suo elettorato”. Rassicura tutti Conte: non cambia nulla per la tenuta di governo, asserisce.