REGIONE, DISCUSSE LE CRITICITA’ DELLA SANITA’ PENITENZIARIA DEL LAZIO

    Tramite comunicato stampa la Regione Lazio ha reso noto quanto discusso in materia di Sanità Penitenziaria. Di seguito riportiamo quanto è emerso:

    “La commissione Politiche sociali e Salute del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Rodolfo Lena (Pd), ha tenuto due audizioni sul tema della sanità penitenziaria. Ad essere ascoltati: il garante regionale dei diritti dei detenuti, Angiolo Marroni, e il provveditore del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, Maria Claudia Di Paolo. La riforma della Sanità penitenziaria risale al 1999, quando il decreto legislativo n. 230 inseriva tale settore nel Sistema sanitario nazionale, sottraendolo dalle competenze del ministero della Giustizia. Alle Aziende sanitarie locali veniva assegnata la funzione di erogare le prestazioni sanitarie, mentre l’Amministrazione penitenziaria manteneva i compiti relativi alla sicurezza. Il passaggio di consegne avvenne il primo gennaio del 2000, pur tra molte criticità, elencate dai soggetti ascoltati in Commissione.

    Per il provveditore Di Paolo, il primo problema da affrontare è il sovraffollamento:  7.198 sono attualmente i detenuti nei 14 istituti penitenziari a disposizione, con  un  tasso di sovraffollamento pari al 46%. I detenuti in attesa di giudizio definitivo rappresentano il 44% del totale. Sul fronte della sanità penitenziaria, si è sottolineata il diritto dei detenuti a ricevere lo stesso livello di assistenza degli altri cittadini: la mancanza di specialisti all’interno delle carceri comporta sempre più spesso il trasporto protetto e il successivo piantonamento dei soggetti in strutture ospedaliere, con aggravio di costi. Incoraggiata, invece, l’esperienza di reparti ad hoc all’interno di strutture del Sistema sanitario regionale (come il “Belcolle” di Viterbo e il “Sandro Pertini” di Roma).  

    Il garante Marroni ha sottolineato il trend in continuo aumento dei detenuti laziali e l’esiguità del numero di agenti (circa 3mila contro i 4.136 previsti). Decisivo il ruolo del volontariato e dell’associazionismo, che tuttavia non riesce a lenire i problemi di gestione della sanità penitenziaria nel suo complesso. L’esperienza sul campo ha accertato che il 35% dei detenuti è tossicodipendente e che circa il 50% assume psicofarmaci. Sullo sfondo, poi, la prossima chiusura, su base nazionale, degli ospedali psichiatrici giudiziari, con la conseguente presa in carico dei malati da parte delle Asl di appartenenza. Marroni ha infine chiesto un interlocutore, a livello di Giunta regionale, sul fronte della Sicurezza, mancando di fatto un assessorato specifico di riferimento.

    Nel 2007, il Consiglio regionale è intervenuto sulla questione delle carceri con la legge n. 7, avente per oggetto: “Interventi a sostegno dei diritti della popolazione detenuta della Regione Lazio”.

    “Ci rendiamo conto che sono ancora tanti gli interventi legislativi e non da portare a termine per completare la riforma della sanità penitenziaria anche nella nostra regione – ha dichiarato il presidente Lena -: con queste audizioni apriamo un canale di confronto diretto e costante con chi lavora e opera tutti i giorni con i detenuti, affinché non ci ricordi delle nostre carceri solo in casi di emergenza o di estremo disagio, ma si passi ad una programmazione degli interventi a carico della Regione, con scadenze precise e riscontri certi, a partire da una ricognizione del lavoro svolto dalle nostre Asl in questo ambito, al fine di garantire una uniformità di azione in tutta la regione”.
    Il consigliere Fabrizio Santori (La Destra), auspicando una mozione a firma dei membri della Commissione sulla situazione carceraria, è intervenuto così sul tema del sovraffollamento degli istituti penitenziari: “Ritengo che sia utile partire dal dato dei detenuti stranieri nelle carceri laziali, che risultano essere 2.871 su 7.198, con una rappresentatività di ben 153 nazionalità diverse. È decisivo lavorare ad accordi bilaterali con gli Stati di provenienza per consentire, perlomeno a chi è stato già oggetto di sentenza definitiva, di scontare la pena nella propria terra, tra la propria gente. Soprattutto con Paesi dell’Unione Europea, come la Romania, ritengo sia necessario incentivare questo tipo di azione, in grado di dare immediatamente risposte concrete al tema del sovraffollamento”. La Commissione tornerà a riunirsi venerdì 21 giugno, alle ore 10: all’ordine del giorno l’incontro dei commissari con l’assessore Rita Visini per l’illustrazione delle linee programmatiche dell’assessorato alle Politiche sociali.