Regione Lazio, la rivoluzione dell’Ater Provincia di Roma

    Su iniziativa dell’Assessore Regionale alle Politiche Abitative, Fabio Refrigeri, si è svolto ieri in Regione il un convegno sul Social Housing, con la partecipazione del Presidente Nicola Zingaretti. All’evento erano presenti numerosi Sindaci del Lazio, rappresentanti del mondo imprenditoriale e delle cooperative, le sette Aziende Territoriali per l’Edilizia Residenziale pubblica del Lazio (ATER), e CDP Investimenti Sgr la società che gestisce il Fondo Investimenti per l’Abitare (F.I.A.), che investe nel settore dell’edilizia sociale.  Presente Leonardo  Nucara, Commissario Straordinario dell’ATER della Provincia di Roma che sta rilanciando il Programma di Social Housing nel Lazio. Nucara ci ha spiegato che L’ATER della Provincia di Roma è un Ente Pubblico della Regione per l’attuazione delle politiche abitative e attualmente gestisce 10.500 alloggi ERP e 500 locali commerciali distribuiti in 90 comuni della Provincia di Roma (esclusi Roma capitale e Civitavecchia). L’obiettivo è fornire assistenza abitativa alle fasce di popolazione non abbienti soprattutto oggi in presenza di una crisi che penalizza tali ceti. Commissario ma l’ATER non dovrebbe occuparsi solo di case popolari ? Certamente e a questo scopo  e per questo abbiamo già presentato in Regione progetti cantierabili per costruire 657 nuovi alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica. Attendiamo che il progetto venga finanziato dai Fondi ex Gescal recentemente smobilizzati dalla Delibera Regionale sull’Emergenza Abitativa, ma intanto promuoviamo questa partnership pubblico privata – in aggiunta, non in alternativa all’ERP – per rispondere al disagio di chi non può permettersi di pagare un canone d’affitto di mercato. In cosa consiste dunque questo Programma e come verrà attuato? Intanto con la costituzione di un Fondo Immobiliare etico destinato alla realizzazione, gestione in locazione e dismissione finale di 1.000 alloggi sociali nelle aree ad Alta Tensione Abitativa della nostra provincia. Questi alloggi verranno affittati  per 25 anni ad un canone calmierato di 320-350 €/mese per 3 vani, con la possibilità di riscatto  ad un prezzo convenzionato. Questo non è solo un progetto immobiliare, ma anche sociale perché vorremmo creare ambienti dignitosi dove inquilini riscoprano il senso di comunità. Interessante, ma come sarà possibile fare tutto questo senza finanziamenti pubblici ? La CDPI Sgr, utilizzando i fondi del F.I.A., è in grado di investire ingenti risorse in Fondi Locali che realizzano edilizia sociale, con un’attesa di rendimento moderata. Così nel marzo scorso, dopo una serie di incontri CDPI e ATER hanno stipulato una Lettera di Intenti che impegna le parti a studiare la sostenibilità di un modello di social housing che potrebbe essere esteso a tutta la Regione, esclusa Roma che ha bisogno invece di interventi differenti. Cosa avete chiesto si Sindaci nel corso del Convegno ? L’operazione in se è una sfida perchè CDPI richiede un business plan sostenibile. Infatti con questo genere di edilizia calmierata non c’è la possibilità di riconoscere subito  valore alle aree o agli immobili da riqualificare. Quindi abbiamo chiesto ai Comuni di concedere all’ATER il diritto di superficie su aree edificabili, corredato dagli adeguati strumenti urbanistici partecipando così indirettamente al Fondo. Qual è allora il vantaggio per i Comuni ? Intanto il vantaggio di la realizzazione  alloggi sociali per i propri cittadini senza impiegare risorse liquide. Tenga presente che questi alloggi sono destinati a categorie da tutelare quali giovani coppie, anziani in condizioni di disagio ecc. Gli aventi diritto verranno decisi Comune, dall’ATER e dalla SGR che gestirà il Fondo. Poi c’è la possibilità di ottimizzare l’utilizzo dell’area o dell’immobile oggi non valorizzato. Infine, il ritorno finanziario in caso di eventuale distribuzione di dividendi o ricavi perchè ATER si impegna a corrispondere pro-quota il 50% di tutti i proventi. Che tempi prevedete? Entro luglio dovremmo avere un quadro delle disponibilità. Nel frattempo abbiamo definito i progetti preliminari, alcuni su aree già nella disponibilità di ATER, altri con iter urbanistico già avviato, altri ancora da sviluppare di concerto con i Comuni. La realizzabilità di un nuovo Fondo Immobiliare dedicato esige che vi sia una massa critica per assicurare le necessarie economie di scala e rendere conveniente  il programma. Insomma, ce la farete e piuttosto rapidamente Il progetto è molto ambizioso e unico in Italia. Si tratta di far funzionare al meglio una partnership pubblico/privato per conseguire obiettivi sociali di contrasto con la disponibilità degli Enti Pubblici. Insomma una operazione originale e complessa. D’altra parte il social housing è una risposta alla crisi edilizia, alle esigenze persone che non riescono ad accedere all’affitto, agli sfrattati e senza tetto. Ma proprio per corrispondere a questi obiettivi sociali vanno realizzati insediamenti di qualità aperti, integrati, sicuri, dotati di spazi verdi e di servizi che possono rendere più facile la vita a chi ci abita e ci lavora. I soldi ci sono. Impiegamoli al meglio.