Registi chiamatemi! L’appello del grande Geoff Westley

    “Registi ho voglia di comporre per il cinema: chiamatemi!”.  
    A lanciare l’accorato appello, scherzando ma non troppo, è niente di meno che Geoff Westley, ‘pluripremiato’ musicista-arrangiatore-produttore britannico, che ha praticamente lavorato con mezzo mondo. 
    Londinese (classe 1949), Geoff si avvicina giovanissimo alla musica, e grazie ad una borsa di studio frequenta la Royal College of Music, dove si diploma in flauto, pianoforte e composizione. Così, ad appena 23 anni è già nei teatri londinesi a dirigere musical live.  Benché giovane e talentuoso il musicista ha gusto e uno spiccato senso ritmico, quello che stanno cercando i Bee Gees in coincidenza del grande rilancio ‘dance’. “Fu un’esperienza indimenticabile – ricorda il musicista – ho lavorato con loro per sette anni di seguito, girando il mondo strapagato. Erano ragazzi umili ma fortissimi, generosi: incontrarli e lavoraci è stato un privilegio.”
    In Italia Westley è stato musicalmente ‘introdotto’ addirittura dall’ostico – artisticamente parlando – Lucio Battisti il quale, nel 1978 gli affidò le sorti delle sue nuove canzoni, seguendone con cura le fasi dell’arrangiamento, senza mai contestare o mettere in dubbio le idee o le soluzioni stilistiche di Geoff. “Onestamente, quando lo conobbi non sapevo chi fosse Lucio Battisti – racconta il musicista – ero agli inizi nel campo della produzione e degli arrangiamenti e, quando mi proposero se volevo lavorare con un artista italiano non stetti a pensarci più di tanto: per me era forse il secondo lavoro ed andava bene comunque. Scoprii Lucio lavorandoci, era una persona gentile e molto puntuale, mi colpì perché seguiva dei precisi orari, come si trattasse di un lavoro qualsiasi. Sapeva cogliere le mie idee, che condivideva puntualmente. Mi diede il consiglio migliore spiegandomi: ‘quando lavorando ad una linea ti viene un’idea, scartala subito perché è la più ovvia, piuttosto osa, sperimenta vie sconosciute senza paura’. Un concetto che ha fatto mio e che mi porto sempre dentro”. E ad ascoltare poi cosa divenne musicalmente ‘Una donna per amico’, l’impatto che ebbe sul pubblico (oltre un milione di copie vendute), c’è da dire che Battisti scegliendo Geoff ci aveva visto lungo. Basta ascoltare la magia di ‘Prendila così’ per avere idea di cosa stiamo parlando: “Un brano inciso in presa diretta, senza click – ricorda l’arrangiatore –  io al pianoforte, il basso e la batteria, poi sono arrivate le sovraincisioni degli altri musicisti”, racconta candidamente Westley, come nulla fosse. Un’esperienza bellissima, soprattutto sotto il profilo umano, quella con Battisti, che replicò 2 anni opo con ‘Una Giornata uggiosa’, per altro 14mo ed ultimo album dell’irripetibile coppia Mogol-Battisti. 
    Dunque Battisti puntò su Westley e, di fatto, lo introdusse nel panorama musicale italiano. In breve tempo, dalle sue mani hanno preso vita le canzoni di Baglioni, Mango, Zero e molti altri. Ha collaborato con Laura Pausini, Riccardo Cocciante, Gianni Bella, Lucio Dalla, Fabrizio Dè Andrè, Fiorella Mannoia, Anna Oxa, Fabio Concato e Ramazzotti, per il quale ha arrangiato un medley di successi presentati live sul palco di Sanremo nel 2016: “Andai a casa di Eros il quale, suonando, cercava di indicarmi le sue idee. Notai però che il medley che aveva pensato per Sanremo – dove era ospite – in realtà riproponeva la stessa linea arrangiamentale dei suoi successi. Proprio ricordandomi di quanto mi aveva insegnato Battisti,  spiegai che era una soluzione ovvia, scontata, e che il pubblico andava invece stupito. Così lavorammo su un tappeto musicali di archi, senza batteria o chitarre distorte: esattamente l’opposto. E la cosa funzionò alla grande!”.
    Urge inoltre ricordare che nel vesti di pianista ed arrangiatore Westley ha collaborato anche con artisti internazionali del calibro di Peter Gabriel, Phil Collins, Leo Sayer, Andrew Lloyd-Webber, Everly Bros, Vangelis, Gerry Goldsmith, Hans Zimmer, Marvin Hamlish e Henry Mancini. Allo stesso modo, nell’ambito ‘classico’, Geoff ha collaborato con le più prestigiose orchestre internazionali quali la London Symphony Orchestra, Royal Philharmonic Orchestra, Philharmonia, Pro Arte, London Chamber Orchestra, Orchestra del Teatro Regio di Parma, Brno Philharmonic, Budapest Symphony Orchestra e molte altre.
    Ora, forse ispirato dalle lunghe sessioni di volo nel cesto di una mongolfiera (hobby che adora), il musicista compositore ha deciso di relegare la sua musicalità all’amato strumento, regalandosi un intenso disco titolato ‘Geoff Westley – Piano Solo – Does what is says on the tin’ che, come spiega Geoff, in Inghilterra è una sorta di slogan: “è un’espressione molto utilizzata in Inghilterra sulle confezioni dei prodotti, come garanzia che il prodotto sia esattamente ciò che è indicato sulla confezione”. Il suo nuovo album è disponibile in digital download e su tutte le piattaforme streaming (https://lnk.to/DoesWhatItSaysontheTin).
    Come abbiamo visto, ed ascoltato nell’esaustiva video-intervista realizzata da noi, parliamo di una sorta di genio, pluripremiato e stimato ovunque, Tuttavia, come scriviamo in testa, Geoff ha un grandissimo cruccio: “Nel mio curriculum, tra le moltissime esperienze fatte nell’ambito dei diversi generi musicali, manca solo il cinema, e non so perché. Ad oggi – escluso un paio di progetti mai andati in porto – non sono stato mai chiamato da nessun regista per comporre un tema musicale da film. Ma è una cosa che farei volentieri e che spesso ossa avverarsi quanto prima…
    Max