Renzi a Ravenna parla ai militandi del Pd, “Ora basta divisioni”

    Matteo Renzi torna a far parlare di sé e lo fa davanti ai militanti del Pd, in occasione della festa di Ravenna, cominciando quello che è stato definito un istan-comizio: “Siccome sono l’unico che si è dimesso adesso da iscritto militante, dirigente e senatore ho il diritto di dire basta autoanalisi: cominciamo a fare opposizione a questo governo”.

    L’ex segretario e premier si è presentato alla platea con una serie di diapositive e con il trailler del suo nuovo programma su Firenze. Ma è soprattutto ai militanti che Renzi rivolge la sua attenzione, sottolineando la sua piena distanza dall’attuale governo. Un governo che ha una classe dirigente di “scappati di casa”. “Salvini dice i sondaggi stanno con me! Ma la ruota gira, io sono un esperto del settore – dichiara Renzi – Il vicepremier dice io non ho i 49 milioni di euro ma c’è una sentenza, lui dice non importa ma se sei un ministro dell’Interno non si può dire io ho un sondaggio: mi domando dove siano i costituzionalisti in questi momenti, dove sono quelli che gridavano onestà?”. Ancora: “M5s sta vivendo una fase complicata sono il governo del cambiamento, stanno cambiando idea ogni giorno: non so se dire bravi sui vaccini che pare hanno ricambiato idea, più che un movimento uno zig zag”. Forse, ironizza, “per i vaccini dobbiamo fidarci del cugino della Taverna? Possiamo dire che la scienza batte l’ignoranza e gli apprendisti stregoni”.

    In merito a Giuseppe Conte invece, Renzi sembra soprattutto non capacitarsi della sua assenza al primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva. “Come fa un premier a non andare al Cdm? Dice che Conte stava studiano, aveva un esame lunedì…”, allude alla notizia del concorso per la cattedra di diritto Privato alla Sapienza al quale il premier dovrebbe partecipare lunedì prossimo. E visto che a vigilare sui concorsi universitari dovrebbe essere l’ex Iena Dino Giarrusso è a lui che si dedica l’ex segretario dem: “Giarrusso è un caso di scuola ne sentiremo parlare a lungo, come Iena ha rovinato la vita di registi, ha sfidato Burioni sui vaccini poi si è candidato con i cinquestelle e non è riuscito a farsi eleggere il 4 marzo, quindi per competenza è stato chiamato a controllare i concorsi”.

    Poi il caso Genova. “Toninelli ha tirato fuori il documento di una mail inviata dalla società Aiscat, la società dei concessionari, a gennaio 2018, ma il ponte è crollato ad agosto. Scusate ma l’avvocato di Aiscat si chiama Giuseppe Conte. È l’avvocato dei concessionari non del popolo. Toninelli è un bugiardo. Abbiamo messo le infrastrutture in mano a un bugiardo: Toninulla”, prosegue l’ex segretario dem.

    Ma è ai tremila militanti che vuole parlare. Il Pd deve smettere di piangersi addosso dice. Dalla platea chiedono “congresso subito”. “Non vengo alla festa dell’Unità per partecipare al gioco delle polemiche interne al partito, di fronte a questo governo io dico alziamoci e mettiamoci in cammino: per due volte mi è stata fatta la guerra, sono stato colpito da fuoco amico, avete combattuto il Matteo sbagliato, i miei prinicipali avversari erano quelli in casa, ora basta con le polemiche, quando il segretario Martina aprirà il congresso chi vince vince: c’è un Paese che ha bisogno di noi”. Infine: “Io raddoppio il mio impegno. il primo dovere che sento è restare in campo: alle primarie votate chi vi pare ma nessuno si permetta di tirarsi indietro, chi tace è complice”.