Salone del Libro, quanti ritiri: ’Impossibile rimanere’

    Continua la polemica sul Salone del Libro di Torino, a cui prenderanno parte la casa editrice Altoforte, da sempre vicina al movimento fascista, del libro intervista a Salvini al Lingotto e la rivista Primato nazionale. Proprio per la presenza alla fiera di editori vicini al movimento fascista ha spinto lo scrittore Christian Raimo a dimettersi dall’incarico di consulente dell’evento. Raimo andrà comunque come libero cittadino, come faranno tanti altri scrittori, grazie a cui è nato l’hashtag #ioVadoaTorino. Sulla polemica si è espresso anche il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino: “Da tempo ci troviamo davanti – dice – ad aperte apologie del fascismo e manifestazione politiche, penso a CasaPound o Forza Nuova, che esplicitamente fanno riferimento al nazismo e al fascismo. Il mio invito mio è che è tempo che su questi fenomeni le autorità preposte valutino se ci sono gli estremi di appellarsi alla Costituzione che vieta la rifondazione del partito fascista. In assenza di questo, al di là dei miei giudizi personali, cioè che non gradisco la presenza di quella casa editrice al Salone del Libro, altro conto è impedirle di esercitare un suo diritto”.

    Salone del libro, Zerocalcare dice no: “Impossibile rimanere lì”

    Anche Zerocalcare, autori tra i più attesi, ha detto no alla presenza al Salone del libro., Scelta motivata da un post su Facebook: “Ho annullato tutti i miei impegni al Salone del libro di Torino, sono pure molto dispiaciuto ma mi è davvero impossibile pensare di rimanere 3 giorni seduto a pochi metri dai sodali di chi ha accoltellato i miei fratelli, incrociarli ogni volta che vado a pisciare facendo finta che sia tutto normale. Non faccio jihad, non traccio linee di buoni o cattivi tra chi va e chi non va, sono questioni complesse che non si esauriscono in una scelta  sotto i riflettori del salone del libro e su cui spero continueremo a misurarci perché la partita non si chiude così. Sono contento anche che altri che andranno proveranno coi mezzi loro a non normalizzare quella presenza, spero che avremo modo di parlare anche di quello”. 
    Simile la motivazione che ha spinto Raimo a rinunciare alla carica di consulente del Salone del Libro: “Ogni spazio pubblico è un luogo di battaglia, culturale, politica, civile, antifascista – annuncia lo scrittore su Facebook –  Io andrò al Salone del libro di Torino, non più da consulente, ma ancora da autore, lettore e cittadino. Il programma che Nicola Lagioia e il comitato editoriale ha messo su per quest’anno (anche io ho dato una piccola mano) è straordinario, anche da un punto di vista della qualità del dibattito intorno alla politica e alla democrazia. Li devo ringraziare molto come intellettuale prima che come compagno di un’avventura durata due anni. Andrò al Salone perché è un luogo prezioso, perché è ancora più cosmopolita e internazionale, con una lingua ospite invece di un paese ospite. Perché voglio ascoltare i genitori di Giulio Regeni, l’incontro con Wole Soyinka, la lettura che farà Fabrizio Gifuni di Cortazar e Bolaño, l’incontro su fascismo e antifascismo con David Bidussa, Mimmo Franzinelli e altri, l’incontro la vincitrice del National Book Award Martha Gessen, l’incontro di commemorazione su Primo Levi, e molte altre cose che verranno”, conclude Raimo.