Salva Carige polemiche su Conte. Il premier si difende

    Per Carige c’è l’assenso all’ombrello pubblico e la possibilità di una nazionalizzazione. E’ quello che emerge dopo la riunione
    d’urgenza del consiglio dei ministri. Ma il Decreto pro Carige produce polemiche e sospetti intorno alla figura del premier Conte. Da Palazzo Chigi arriva subito il chiarimento: “Nessun conflitto di interesse”. Ed è vero caos. Nelle ore immediatamente successive al consiglio dei ministri che ha approvato il decreto salva Carige il premier Giuseppe Conte aveva parlato di intervento volto a tutelare i risparmiatori, ma da più parti nel variegato schieramento politico di opposizione si erano sollevate critiche anche aspre.
    Se subito Matteo Renzi aveva sottolineato come il governo Conte e i due leader, Salvini e Di Maio, avrebbero fatto bene a vergognarsi dopo l’affaire Carige (riferendosi alle precedenti polemiche che i due esponenti politici avevano sollevato durante il governo renziano in merito alle manovre salva banche di quest’ultimo), nel corso delle ore il caos intorno alla Carige si è acuito. C’è chi infatti sospetta un possibile conflitto di interesse del premier Conte rispetto alla Carige stessa.
    Il Dl a tutela del risparmio varato dal Consiglio dei Ministri intorno alla Carige dunque alimenta polemiche e sospetti. Da Zingaretti a Renzi, la schiera è copiosa. E mentre da Palazzo Chigi si affrettano a chiarire come non esistano “conflitti di interesse”, i vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio difendono il provvedimento.Il presunto conflitto di interesse di Conte nascerebbe dal fatto che, come sottolineato dal capogruppo dem in commissione Bilancio della Camera, Luigi Marattin, che su Facebook accusa: “Il presidente del Consiglio è stato socio di Guido Alpa, a lungo consigliere di Carige e della sua Fondazione. Conte stesso è stato consulente di Raffaele Mincione, banchiere socio Carige”. Affermazioni subito respinte da fonti di Palazzo Chigi: riguardo poi a Raffaele Mincione, chiariscono le stesse fonti, il presidente Conte non è mai stato suo consulente né l’ha mai incontrato o conosciuto, neppure per interposta persona.
    Da subito, all’ex premier Matteo Renzi la soluzione pro Carige non piace o meglio, diventa una occasione per criticare ferocemente il governo.
    “Dovete vergognarvi per averci insultato per anni sulle banche”. Così Matteo Renzi sul caso Carige. “Salvini e Di Maio si devono vergognare per quello che hanno detto per anni e anni contro di noi. Si devono vergognare per le offese e gli insulti. Hanno truffato gli italiani raccontando storie non vere su di noi: sulla Tav, sulla Tap, sull’Ilva, sulle trivelle… Adesso persino sulle banche. E’ proprio vero, puoi ingannare qualcuno per tutta la vita e puoi ingannare tutti per una sola volta. Ma non puoi ingannare tutti per tutta la vita. Con la vicenda delle banche di ieri Salvini e di Maio devono semplicemente scrivere la parola vergogna”.
    Non è quello che prova o pensa il premier Giuseppe Conte. Il capo del governo infatti ha parlato con chiarezza del senso della decisione del CdM.
    “Il governo – ha detto il premier Giuseppe Conte – ha approvato un decreto legge che interviene a offrire le più ampie garanzie di tutela dei diritti e degli interessi dei risparmiatori della banca carige, in modo da consentire all’amministrazione straordinaria di recente insediata di perseguire in piena sicurezza il processo di consolidamento patrimoniale e di rilancio delle attività dell’impresa bancaria”.
    Dunque, la strada del governo tramite decreto prende il via.
    In base a quanto deciso dal governo con l’approvazione del decreto in supporto dell’istituto bancario Carige verrà attivata una sorta di forma di sostegno da parte dello stato su emissioni di obbligazioni e anche la possibilità di un intervento diretto nel capitale qualora si palesasse urgente e su richiesta dei commissari straordinari.
    Dunque per Carige il governo fornisce la garanzia pubblica e apre alla nazionalizzazione. Il consiglio dei ministri in una riunione d’emergenza ha deciso di approvare indirizzi in favore della banca ligure. Questo decreto indica la chance per Carige “di accedere a forme di sostegno pubblico della liquidità che consistono nella concessione da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze della garanzia dello Stato su passività di nuova emissione ovvero su finanziamenti erogati discrezionalmente dalla Banca d’Italia”. La misura, come si legge nel testo del provvedimento, è approvata “in stretto raccordo con le Istituzioni Comunitarie, tali garanzie saranno concesse nel pieno rispetto della normativa in materia di aiuti di Stato”.
    Parimenti, “in considerazione degli esiti del recente esercizio di stress cui la banca è stata sottoposta, viene prevista la possibilità per Carige di accedere a una ricapitalizzazione pubblica a scopo precauzionale”.
    Sostanzialmente, in seguito alle preoccupazioni dell’Europa sullo stato di salute della banca a causa del mancato aumento di capitale pre natalizio il governo ha rassicurato mercato e investitori con ombrello pubblico sulle nuove emissioni. Se non bastasse, ecco che il Governo sarebbe pronto anche a un intervento diretto. Così come è già accaduto per Mps, con l’intervento del ministero dell’Economia. Si tratterebbe, comunque, di una soluzione estrema fornita ai commissari per evitare rischi di crisi sui mercati.