SANITA’: SINDACATI ROMA E LAZIO, ZINGARETTI CI CONVOCHI

    I mali della sanita’ nel Lazio – eccesso di richiesta di prestazioni soprattutto ospedaliere, assenza di presidi per le cure primarie nel territorio, scarsi controlli, blocco del turn over nelle sole strutture pubbliche – sono purtroppo tristemente noti e strutturali e sino a oggi ben poco e’ stato fatto per migliorare la situazione: con il piano di rientro sono stati chiusi 20 ospedali pubblici, diminuito il personale di oltre 5mila unita’, tagliati circa 7mila posti letto e il tutto e’ stato fatto senza una programmazione e un quadro d’insieme sul futuro della sanita’ di questa regione”. Cosi’ Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di ROMA e del Lazio, Mario Bertone, segretario generale della Cisl di ROMA e Lazio e Pierpaolo Bombardieri segretario generale della Uil di ROMA e Lazio. “Il risultato, a dir poco negativo, – continua – e’ sotto gli occhi di tutti: sono diminuiti i servizi sanitari sia in quantita’ che in qualita’, non vengono garantiti i livelli essenziali di assistenza e, in compenso, sono aumentati i costi per i cittadini con piu’ tasse e piu’ ticket”. “Il servizio sanitario pubblico regionale langue – precisano -. Gli interventi che dovrebbero essere attuati sono tanti e impegnativi, ma occorre fare presto e la politica deve partire dalla programmazione sanitaria indicando metodo, tempi e strategie”. “Come Cgil, Cisl e Uil – aggiungono – siamo pronti a fare la nostra parte non solo in difesa del servizio sanitario pubblico e di quello convenzionato ma perche’ riteniamo che la sanita’ possa costituire, in questo periodo di crisi, un volano per l’economia e non semplicemente un costo da tagliare”. “Per tutti questi motivi, prima che siano definiti i nuovi indirizzi sulla sanita’ regionale – concludono – chiediamo al presidente della Regione l’apertura di un confronto sia a livello regionale che a livello territoriale con le organizzazioni sindacali e con tutti soggetti coinvolti affinche’ le scelte siano il frutto anche dei nuovi e mutati bisogni dei cittadini”