Scongiurare crisi umanitaria in Libia e nel Mediterraneo

    Scongiurare una crisi umanitaria: con queste parole e la richiesta del ritiro di Haftar. Conte e la comunità internazionale che gli è vicina prende di petto la questione libica. Una crisi che non sembra avere molti sbocchi oltre la violenza e la guerra: una crisi che, però, secondo Conte, può risolversi con le armi della diplomazia.  Presidente del Consiglio ha incontrato vicepremier e ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al Thani e ha chiarito: “lavoriamo per fermare le ostilità. Dobbiamo scongiurare una crisi umanitaria che sarebbe devastante per le ricadute ovvie in Italia e in Ue”, ha detto il premier. “Chi pensava che l’opzione militare in Libia potesse dare stabilità è stato smentito”, ha precisato Conte.

    Scongiurare crisi umanitaria. Conte: non si riduca tutto a scontro Haftar-Serraj

    Il duello Haftar-Serraj non è, nei fatti, per il premier Conte il solo e unico cuore pulsante della questione della crisi in Libia. Per il premier è “riduttivo e semplicistico pensare la questione libica affidata esclusivamente al binomio Haftar-Serraj, in realtà gli attori libici sono anche di più”. Il riferimento di Conte è verso quegli “attori globali, stranieri, che stanno avendo un’incidenza forte in questa situazione”. E in questo enorme circo di interpreti e co-protagonisti di una crisi drammatica e tesissima, si aggiungono anche le ombre degli jihadisti di matrice Isis. A dirlo è proprio il premier libico Fayez al Serraj, in un’intervista al Corriere della Sera. Da Serraj sono giunte parole di ringraziamento all’Italia per il lavoro fatto in funzione della pace in Libia., lanciando però questo ulteriore monito di preoccupazione. Il tutto, mentre l’Onu, scagliandosi contro Haftar, ha inteso chiarire una volta per tutte la posizione internazionale dell’organizzazione stessa per bocca dell’inviato speciale  in Libia, Ghassan Salamè. “Khalifa Haftar non sta compiendo un’operazione anti-terrorismo, ma un colpo di Stato”, ha appunto chiarito l’inviato speciale  in Libia, Ghassan Salamè.