Scuola, ragazzi italiani sempre più ignoranti

    Una promozione di facciata a fine anno, ma grosse lacune che nel lungo termine arrivano a pesare come macigni. È questa la situazione degli studenti italiani descritta dall’Istat, che nell’ultimo rapporto ha fatto luce sul reale grado di preparazione dei ragazzi: vanno avanti ma conservano grandi difficoltà nella lettura, nel comprendere un testo scritto e nel fare di calcolo: una vera tragedia.

    Scuola, un adolescente su tre ha problemi su lettura e calcolo

    I dettagli dello studio dell’Istat sono stati calcolati in base all’Invalsi, ed emerge che i ragazzi sono sempre più ignoranti: per un terzo non raggiungono una competenza alfabetica neppure sufficiente, a causa dei nuovi linguaggi della tecnologia, immediati ma tremendamente impoveriti dalle abbreviazioni (leggi “xkè”) e dalle emoticon. Secondo il Rapporto SDG (Sustainable Development Goals), il 34,4% degli studenti italiani al terzo anno delle medie “non raggiungono un livello sufficiente di competenza alfabetica”. Vuol dire che non riescono a decodificare testi complessi: appena un brano richiede di riconoscere e ricostruire autonomamente significati complessi, anche impliciti, le cose si fanno difficili. Analogamente, la competenza numerica, quella che permette di risolvere problemi complessi, è carente per il 40% degli studenti. Al Sud i dati peggiori, con le percentuali che superano addirittura il 50%.  “Il concetto di sviluppo sostenibile è introdotto per la prima volta nel Rapporto our common future rilasciato nel 1987 dalla Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo del programma delle Nazioni unite per l’ambiente – si legge nel rapporto. “Nel documento è definito sostenibile quello sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri”. 
    Non è sorpreso da questi dati Paolo Mazzoli, direttore dell’Invalsi: “Probabilmente, il nostro insegnamento è ancora troppo scolastico. Mentre le prove Invalsi non sono prove propriamente scolastiche, scandagliano competenze durevoli, profonde. Ecco perché, probabilmente, i ragazzi entrano in difficoltà appena si trovano di fronte alla risoluzione di problemi di realtà o nel decodificare i significati più profondi di un testo scritto”.