Sea Watch 3: soccorso a 65 migranti

    Il comandante della Sea Watch 3, Arturo Centore, comunica di aver dato soccorso a sessantacinque migranti e chiarisce la propria posizione, la propria funzione e il motivo dell’iniziativa. “Siamo volontari, non scafisti”. Si conferma così quanto emerso da appena qualche ora circa l’iniziativa della Ong che ha dato soccorso a 65 migranti in data 15 maggio. A confermare l’iniziativa, avvenuta come era stato anticipato nelle ore precedenti, a 30 miglia dalle coste libiche è stato proprio il comandande della nave Sea Watch 3, Arturo Centore. “Siamo a 15 miglia da Lampedusa, a bordo abbiamo 65 persone, alcune disidratate, e alcuni bambini piccoli. Le condizioni meteo sono cattive”, ha detto infatti in un messaggio ripreso poi da Ansa e da tanti altri organi informativi. La Ong ha anche fatto sapere, come emerge in questi ultimi minuti con i crismi della conferma, di necessitare di un porto sicuro: “Il nostro team medico a bordo riporta casi di ustioni gravi dovuti alla miscela di carburante e acqua del mare”.

    Aggiornamento ore 15,38

    “Siamo a 15 miglia da Lampedusa, a bordo abbiamo 65 persone, alcune disidratate, e alcuni bambini piccoli. Le condizioni meteo sono cattive”: sarebbero queste le parole con cui, se confermate, si sarebbe espresso il comandante della Sea Watch 3, Arturo Centore. La nave Sea Watch 3 pare abbia dato supporto a sessantacinque persone in totale e ora si troverebbe fuori dalle acque territoriali italiane. A bordo a quanto viene fuori da questa vicenda, sembrano esserci in totale ben 22 uomini dell’equipaggio tra cui 4 medici. 

    Sea Watch 3: soccorso a 65 migranti il il 15 maggio a 30 miglia dalla Libia

    Dunque la Sea Watch 3 ha supportato i 65 migranti il 15 maggio a 30 miglia dalle coste libiche andando in loro soccorso. “Una motovedetta libica, con fare minaccioso, ci ha detto di allontanarci, non eravamo i benvenuti”, avrebbe fatto intendere il comandante Arturo Centore secondo i primi riscontri. “Siamo quindi stati allontanati. Mi sono diretto verso nord anche perché le condizioni meteo sono state e sono cattive”. Ma la polemica divampa subito perchè, sull’argomento si è immediatamente espresso il vice premier Matteo Salvini. Con toni come sempre piuttosto critici e accusatori. “Una nave di una ong straniera sfida la guardia di finanza! Erano prima in acque libiche e poi in acque maltesi, ma mettendo a rischio la vita degli immigrati a bordo vogliono a tutti i costi arrivare in Italia. Questi non sono soccorritori ma scafisti, e come tali verranno trattati. Per i trafficanti di esseri umani i porti italiani sono e rimangono chiusi”, ha comunicato tramite Twitter il ministro dell’Interno Matteo Salvini. 

    Aggiornamento ore 13,54

    La nave Sea Watch 3 ha dato soccorso a 65 migranti il 15 maggio a 30 miglia dalla Libia. E’ quello che emerge dalla ricostruzione dei fatti di queste ore che sarebbero state confermate anche da una comunicazione dello stesso comandante della nave attraverso alcuni inviati dell’Ansa. Il comandante della Sea Watch 3, Arturo Centore avrebbe confermato di aver dato soccorso ma anche chiarendo subito i parametri dell’iniziativa, considerata necessaria. “Non siamo scafisti, siamo un equipaggio di volontari”. Così il comandante della Sea Watch 3 Arturo Centore. E la frase sembrerebbe proprio una replica alle primissime reazioni che dall’entourage del ministro Salvini vengono fuori, e che poi lo stesso ministro dell’Interno Matteo Salvini ha diffuso personalmente su twitter.

    Aggiornamento ore 12,45