Siri, nuovo scontro al governo sul caso della palazzina

    È sempre aperto il terreno di scontro in merito al caso del sottosegretario ai trasporti Armando Siri. Mentre Di Maio e il Movimento continua a pretendere le sue dimissioni, il ministro dell’Interno Salvini prosegue nella sua linea di cauta difesa, anche sull’ultimo tema, per quanto concerne l’acquisto di una palazzina a Bresso. “Possono aprire tutte le inchieste che vogliono – ha detto il leader del Carroccio – io sono assolutamente tranquillo. Se a Siri viene contestato di avere un mutuo, è un reato che stanno compiendo alcuni milioni di italiani che pagano la rata del mutuo”. 

    Caso Siri, il caso della palazzina e del mutuo aperto a San Marino

    Non molla invece Di Maio che ribadisce la sua posizione sul caso Siri: “Si poteva risolvere molto prima con le dimissioni invece di portare il governo in questa baraonda. Se non si dimette prima andremo in Cdm, probabilmente si voterà, il M5S ha la maggioranza, e voteremo per la decadenza. Poi dal giorno dopo non saremo noi a chiedere una crisi di governo. Io non riesco a comprendere come il leader di una forza politica al governo stia difendendo da tre settimane una persona che ha avuto un comportamento indecente. Io queste cose non le capirò mai” ha detto Di Maio.
    La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta che riguarda l’acquisto da parte del sottosegretario Armando Siri di uno stabile a Bresso, nel Milanese, accendendo un mutuo di 585mila euro presso una banca di San Marino. “Vado in Consiglio dei ministri assolutamente tranquillo”, ha detto Salvini.”Sto aggiornando l’agenda su immigrazione e mafia, di questo mi occupo. Dopo mercoledì vengono giovedì, venerdì e sabato e per me non è un problema, continuo a ritenere che in un Paese civile i processi si fanno in tribunale e se uno è colpevole si viene condannati da un giudice, non da un giornale”. 
    “Noi siamo di più, però mi auguro che su questo potremo avere la compattezza che abbiamo sempre avuto”, ha sostenuto Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia. “La questione è chiara, nessuna colpevolizzazione da parte di nessuno. Salvini ha parlato di ’abbandonare’ le persone in corsa: ma Siri va a fare il senatore, non è che si ritrova in mezzo alla strada. Ora è emerso da questa inchiesta che tra l’altro il sottosegretario Siri ha presentato un emendamento che doveva favorire proprio l’imprenditore che a quanto pare gli avrebbe chiesto di presentarlo: noi diciamo, togliamo l’ombra sull’attività del governo, e chiediamo al sottosegretario Siri di dimettersi. Dopo di che non ci sono state queste dimensioni, e il presidente del Consiglio ha già detto che al Consiglio dei ministri proporrà la revoca delle deleghe”.