Siria, Palmira sotto il coprifuoco dell’Isis – di Valeria Grassi

    Palmira-Siria-Larco-di-Settimio-Severo-nella-via-colonnata-di-Palmira-1024x670E’ stato riferito dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani che i jihadisti dell’Isis hanno preso il controllo dell’antico sito archeologico di Palmira, dopo che ieri erano entrati nella città. Decine di militari governativi e miliziani lealisti sono stati uccisi mentre fuggivano. I jihadisti dello Stato islamico hanno preso il controllo anche della prigione e dell’ospedale di Palmira, oltre alla maggior parte dei quartieri periferici e del centro moderno. Le fonti, raggiunte telefonicamente, affermano che l’Isis controlla anche l’edificio del comune e quello della sicurezza generale.

    Palmira era considerata una delle città più fortificate della Siria, in posizione strategica lungo l’autostrada tra Homs e Deyr az Zor.L’Isis ha ormai preso il controllo della totalità della città siriana. Attivisti siriani e testimoni hanno sottolineato che “le forze filogovernative si sono ritirate, sconfitte dai miliziani” dello Stato Islamico. Molti abitanti sono fuggiti dalla citta’ siriana, mentre e’ stato evacuato anche l’ospedale locale.

    Fonti sul terreno raccontano che i jihadisti hanno imposto il coprifuoco totale in tutta la città di Palmira, da diverse ore non più servita dalla corrente elettrica. Sono in corso rastrellamenti casa per casa da parte di miliziani dell’Isis alla ricerca di militari governativi ancora in città. Dai megafoni sui minareti delle moschee di Palmira, hanno diffuso un messaggio alla popolazione invitando la gente a non collaborare con i militari del regime del presidente Bashar al Assad.

    Al momento non si registrano distruzioni di manufatti e monumenti. Le rovine dell’area monumentale di Palmira sono incluse nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Il timore è che i jihadisti possano commettere a Palmira lo stesso scempio realizzato nei siti archeologici di Hatra e Nimrud in Iraq, dove armati di asce, picconi, bulldozer e kalashnikov hanno distrutto reperti di inestimabile valore.

    Negli scontri di ieri sono morti almeno 100 combattenti filo-governativi. Fortunatamente la popolazione civile era stata evacuata dalle forze governative al momento del ritiro dalla città. L’Unesco è “molto preoccupata” della situazione. “I combattimenti nella città minacciano uno dei più importanti patrimoni culturali del mondo in Medio Oriente”, ha detto da Parigi il direttore generale dell’organizzazione Irina Bokova, chiedendo “la cessazione immediata dei combattimenti” e invitando la comunità internazionale “a mobilitarsi per proteggere la popolazione civile e le antiche rovine della città storica”