Siria ucciso Clain. Usa: sì a 200 peacekeeper

    Lo jihadista francese Fabien Clain, la voce francese dell’Isis, è stato ucciso in Siria da un raid della coalizione internazionale. A rivelarlo è France Info, secondo cui cil fratello Jean-Michel è rimasto gravemente ferito. La delicatissima fase che si sta vivendo in Siria in queste ore fa registrare dunque una nuova news secondo la quale Fabien Clain e il fratello siano stati colpiti da un bombardamento aereo a Baghuz, ultima roccaforte dell’Isis. Le loro voci vennero identificate nei messaggi audio di rivendicazione dello Stato islamico dopo gli attentati parigini del 13 novembre. Ma non è questo il solo capitolo che si aggiunge al corposo romanzo nero e sanguinario dell’Isis: nonostante la decisione di abbandonare il territorio della Siria nell’annunciare la propria vittoria totale, gli Usa, nella persona di Donald Trump hanno annunciato che resteranno in Siria 200 peacekeeper. E si registra anche la preziosa telefonata Trump-Erdogan: il presidente americano ha chiesto al leader turco di creare una zona cuscinetto e di non attaccare i curdi.
    Dunque gli Stati Uniti lasceranno 200 truppe di pace in Siria dopo il ritiro. A comunicarlo è la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders. “Un piccolo gruppo di peacekeeper di circa 200 uomini resterà in Siria per un certo periodo di tempo”, ha chiarito la Sanders.
    Il presidente americano Donald Trump come anticipato nel frattempo ha avuto modo di parlare al telefono con l’omologo turco Recep Tayyip Erdogan sulla strategia in Siria prima dell’incontro tra i leader militari dei due Paesi. Anche in questo caso lo ha comunicato la Casa Bianca, chiarendo che Trump e Erdogan hanno parlato circa possibilità di creare una zona di sicurezza in Siria. Trump ha confermato il ritiro delle truppe Usa dalla Siria e ha preteso rassicurazioni a Erdogan sul fatto che non attaccherà i curdi nella regione. Il colloquio tra i due leader ha preceduto l’incontro in programma questa settimana a Washington tra il segretario americani alla Difesa ad interim, Patrick Shanahan, e il capo dello stato maggiore congiunto delle forze armate Usa, Joseph Dunford, con le controparti turche.