Situazione tesa tra le fila del Pd, botta e risposta Renzi-Zingaretti

    Accusato dall’ex segretario Pd, Matteo Renzi, di essere “ambiguo con i 5 stelle”, l’attuale governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, affida a twitter la sua risposta: “Nessun accordicchio con i Cinque stelle. Dobbiamo riconquistare un popolo”. Renzi aveva dichiarato pubblicamente in tv di voler bocciare la candidatura di Zingaretti alla segreteria del Pd per le sue posizioni poco chiare nei confronti di grillini, Zingaretti – dal canto suo – ha rilanciato un suo passaggio televisivo in cui spiegava: “La retorica fatta da chi ha perso è ridicola: se c’è uno che ha sconfitto per due volte i 5S è il sottoscritto”.
    Ed è proprio il botta e risposta tra Renzi e Zingaretti ad aver improvvisamente infiammato il clima tra i dem: “Non credo che Zingaretti abbia il piglio giusto, lo stile di comunicazione e lo slancio di cui ha bisogno il Pd per rilanciarsi. – ha detto Andrea Marcucci – Il problema poi è l’ambiguità di Zingaretti nei confronti del M5S, col quale è evidente che il Pd non può avere niente a che fare”. Al presidente dei senatori dem ha risposto, a stretto giro, il zingarettiano Enzo Foschi, vice segretario del Pd del Lazio: “Probabilmente Marcucci continua a preferire Renzi che prima ha regalato Roma ai 5Stelle e alla Raggi e poi ha portato il Pd al 18% regalando il governo a Di Maio e Salvini”.
    Le scintille tra zingarettiani e renziani rischia di compromettere la tregua tra i dem in vista della manifestazione di sabato prossimo a Roma cui sta lavorando Maurizio Martina, impegnato a rendere l’evento il più condiviso possibile.
    “Con noi in piazza ci saranno anche le voci dei sindaci d’Italia che si battono contro il governo per lo scempio che ha operato tagliando 1 miliardo e 600 milioni per la riqualificazione dei quartieri popolari delle nostre città”, ha annunciato il segretario del Pd. Al Nazareno si lavora a pieno ritmo sull’organizzazione, per una ampia partecipazione: 6 treni, di cui 2 speciali dalla Lombardia, e oltre 200 pullman da tutta Italia sono stati già organizzati.
    Ma il vero oggetto del contendere tra i dem è il Congresso e la data in cui si svolgeranno le primarie. “Congresso subito”, ha sollecitato nella notte Andrea Orlando in uno scambio di tweet con Matteo Orfini. Il timing partirà solo con le dimissioni di Martina, per questo c’è chi pressa il segretario per lasciare presto, addirittura dopo domenica o, al massimo, subito dopo il Forum di fine ottobre a Milano.
    Ma per celebrare le primarie servono i candidati, oltre Zingaretti. I renziani sono ancora a caccia di un loro nome da gettare nella mischia. Il pressing su Graziano Delrio continua ma, proprio oggi, il capogruppo alla Camera ha chiarito: “Al Pd servono leadership nuove. Condivido, a partire da me. Credo ci sia bisogno di una nuova classe dirigente, il Pd ce l’ha”.