Sudan, focus sul crollo di un potere trentennale

    L’uomo forte, il cuore di un potere che da trent’anni domina la scena in Sudan è caduto sciogliendosi come neve al sole. Come? Perchè? In che modo e, come mai adesso? Cosa ha spinto questa metamorfosi politica, dalle forti tinte militari, che in poco tempo ha portato fuori dalla scena politica un uomo forte come Omar al-Bashir leader del Sudan da trent’anni, appunto?

    Sudan, focus sul crollo di un potere trentennale. Analisi sulla fine del potere di Omar al-Bashir

    Così è finita l’era del Sudan di Omar al-Bashir, l’uomo che ha guidato il paese, non senza ampie parentesi di delusione e disincanto, dopo gli ultimi burrascosi quattro mesi. Cosa è successo? Quattro mesi come il tempo che è durata la forte e vibrante protesta per il pane che è stato in qualche modo il là per portare al rovesciamento del potere di Omar al-Bashir da parte dell’esercito. Nelle ore in cui le forze armate prendono possesso delle strade, dei ponti e del palazzo presidenziale di Omar al-Bashir e, di fatto, del Sudan tutto (accolte da folle festanti) finisce la storia di un potere e di una figura come Omar al-Bashir ferrea nelle sue tre decadi di comando. Le corpose contestazioni nei suoi confronti erano partite in Sudan dall’aumento del prezzo del pane e dei generi alimentari di base, andando però a diventare il megafono definitivo di una insoddisfazione di massa, atavica, che maturava da tempo. Il 19 dicembre a centinaia erano nelle strade di Atbara e non solo e le manifestazioni si erano accentuate e accese col ritorno in patria del leader dell’opposizione, ex premier Sadiq al-Mahdi, cacciato a suon di un golpe da Bashir nel 1989. Con i cori di “libertà, pace e giustizia” e la richiesta della “caduta del regime” le contestazioni hanno lasciato un segno. Morti, scontri con la polizia, poi truppe spiegate a Khartoum e promessa di “reali riforme”. Bashir resiste e rinfranca il potere licenziando il ministro della Salute capro espiatorio per l’aumento dei prezzi delle medicine. Il caos però continua. Bashir il 22 febbraio dichiara lo stato di emergenza, scioglie i governi provinciale e federale e nomina membri dell’esercito e dell’intelligence come governatori. Qualche giorno più tardi passa i poteri come leader del national Congress Party (Ncp) al vice. Il 6 aprile in migliaia di nuovo scendono in piazza a Khartoum, l’11, al sesto giorno di sit-in, Bashir si dimette, i membri del governo vengono arrestati mentre l’esercito dichiara di voler formare un consiglio militare di transizione che governerà il Paese.