Terrore ad Haiti, spari all’ambasciata Usa: riparatevi

    Una notizia rimbalzata in questo momento nelle agenzie di mezzo mondo, sta già facendo il giro delle redazioni di tutti i giornali.  
    Pochi minuti fa infatti, attraverso twitter, il Dipartimento di Stato americano avrebbe dato notizia di un ‘presunto’ attacco all’Ambasciata degli Stati Uniti dislocata ad Haiti.
    Nel messaggio si parla di diversi colpi d’arma da fuoco sparati all’altezza dell’ingresso posteriore della sede diplomatica Usa. 
    “Se vi state dirigendo verso l’ambasciata – avverte la nota, diretta a tutti i cittadini americani che in questo momento si trovano ad Haiti –  trovate riparo in un’area sicura”. 
    Al momento è ancora impossibile riuscire ad avere notizie più dettagliate circa questo, ripetiamo, al momento ‘presunto’ attacco di probabile matrice terroristica.  compound. A preoccupare, e dunque in qualche modo ad avallare la veiridicità della notizia, lo stesso Dipartimento di Stato usa, che ha avvertito dell’immediata procedura in atto delle misure speciali.
    E’ singolare, probabilmente una coincidenza (si spera), che questa notizia segue di qualche ora il nuovo video diffuso in rete dal sedicente stato islamico, nel quale compare al-Baghdadi che incita i suoi ad attaccare. Nel video però indica come obiettivo primario tra gli ‘infedeli’ la Francia.
    Nello specifico, nel video di 18 minuti diffuso da al-Furqan, organo responsabile della propaganda mediatica dei miliziani, dall’ultima apparizione del ’Califfo’ che risaliva addirittura al 2014 quando, da Mosul, ufficializzò l’autoproclamato Stato islamico. 
    Con un titolo un po’ ‘salottiero’ (rispetto alle nostre programmazioni) come ‘Ospiti da al-Baghdadi’, il video mostra il leader carismatico dell’Isis visibilmente appesantito e smunto ma questo (benché non vi sia impressa ne la data e ne l’orario), non basta a provare che si tratti di un intervento registrato di recente. 
    E’ pur vero che in un passaggio farebbe riferimento alla recente strage avvenuta nello Sri Lanka lo scorso 21 aprile (“una parte della vendetta che attende i crociati e i loro seguaci”, ammonisce), anche se dopo la recente disfatta bellica, culminata con la caduta anche dell’ultima roccaforte di al-Baghuz – in Siria – al momento le potenzialità ed il morale dei miliziani non trovano così facilmente (come era un tempo), reazioni immediate. Molto più facile pensare che quanto avvenuto nello Sri Lanka sia da attribuire ad una cellula a se stante che – sebbene collegata – non agisce sotto il comando di Abu Bakr al-Baghdadi, o di chi ne fa le veci.
    Sempre riferendosi ‘all’attualità’ (nello specifico all’11 aprile, col crollo del presidente del Sudan, Omar al-Bashir), e dopo aver inneggiato all’abdicazione di Abdelaziz Bouteflika, rais algerino (lo scorso 2 aprile), raccomanda ai suoi di “intensificare gli attacchi in Mali e Burkina Faso contro la Francia crociata e i suoi alleati”. Qindi, ancora, al-Baghdadi esalta “il giuramento di fedeltà dei suoi seguaci in Burkina Faso e in Mali” e quello di Adnan Abu al-Walid al-Sahrawi (a capo dell’Is nell’Africa sub-sahariana), ribadendo loro quanto prima di “intensificare gli attacchi contro la Francia crociata e i suoi alleati”. 
    Max