Tim, battaglia di Elliott contro Vivendi

    Elliott ha depositato entro la mezzanotte di ieri la sua lista di dieci nomi per il cda di Tim, in vista dell’assemblea del 4 maggio. Il fondo Usa, riferiscono ambienti finanziari, ha candidato il braccio destro di Sergio Marchionne in Fca, Alfredo Altavilla, l’ex direttore regionale di Facebook per Europa e Medio Oriente, Paola Bonomo, la manager Lucia Morselli, consigliere indipendente di Snam ed ex ad di molte società, da Telepiù ad Acciai Speciali Terni, e Maria Elena Cappello, consigliere indipendente di A2A, Saipem, Italiaonline e Mps. Gli altri sei candidati della lista sono gli stessi che Elliott ha proposto come sostituti dei consiglieri di Vivendi di cui ha chiesto la revoca nell’assemblea del 24 aprile: Fulvio Conti, Luigi Gubitosi, Rocco Sabelli, Massimo Ferrari, Paola Giannotti e Dante Roscini.

    Sindaci, nostra interpretazione più coerente con legge – I Sindaci di Tim restano fermi sulla loro posizione e sottolineano, in una comunicazione propria, di aver svolto prima di decidere di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea un’analisi approfondita supportati da un proprio consulente legale. “E’ emerso che l’impostazione evidenziata nei richiamati pareri legali della società non era condivisibile, dovendosi invece nella fattispecie applicare l’interpretazione più ampiamente sostenuta in dottrina risultata, ad avviso del Collegio Sindacale, ben più coerente, tra l’altro, con la giurisprudenza e con le massime notarili riscontrate, con il contenuto delle direttive comunitarie in materia di diritti degli azionisti di minoranza, nonché con l’incomprimibilità, in linea di principio, del diritto degli azionisti qualificati di società quotate di ottenere l’integrazione delle materie all’ordine del giorno garantita dalla legge”. I sindaci sono pronti “senza difficoltà ad illustrare in qualsiasi sede, ove richiesto, l’assoluta correttezza della propria valutazione nonché i presupposti giuridici e le motivazioni che hanno portato alla scelta effettuata”. E infine ribadiscono di essersi mossi, “oggi come in passato, solo ed esclusivamente nell’ottica di dar corso con scrupolo e serietà ai propri compiti e alla propria funzione di vigilanza sul rispetto delle norme di legge, regolamentari e statutarie e sempre con l’obiettivo di una tutela, così facendo, dell’interesse di tutti gli azionisti, singoli o qualificati, e degli stakeholders in generale”.