Tim, perdita di 2 miliardi nei primi nove mesi del 2018

    Le incertezze sulla manovra economica che il governo vuole attuare sono ancora dominanti, nonostante le rassicurazioni fatte arrivare da più parti: dai due partiti di governo, Lega e 5 stelle, e dal capo di Stato Sergio Mattarella che, durante un incontro con i Cavalieri del Lavoro al Quirinale, pur non citando mai direttamente la manovra, ha chiesto di riporre fiducia nell’Italia. Ma chi risente di questa preoccupazione a livello economico sono certamente i mercati, che da mesi fanno salire lo spread sui 300 punti e oltre. Ciò non è buono per gli investitori stranieri che, non essendo del tutto convinti della manovra italiana, hanno perplessità nell’immettere capitali nel nostro Paese. Ma gli effetti si stanno avvertendo non solo fuori, ma anche all’interno del nostro territorio, anche se per il momento non si può parlare di una vera e propria crisi. Fatto sta però che una delle grosse compagnie italiane, la Tim, non se la sta passando bene vedendo i suoi bilanci. La compagnia telefonica ha segnato conti in rosso nei primi nove mesi dell’anno, facendo registrare una perdita di 800 milioni causata, spiegano ai vertici aziendali, dalla svalutazione dell’avviamento domestico per 2 miliardi senza la quale i ricavi diretti si sarebbero attestati intorno alla cifra di 1,2 miliardi di euro. La svalutazione “non ha impatti sui flussi di cassa ed è dovuta al deterioramento del quadro competitivo e regolatorio ed ai più alti tassi di interesse”, “non modifica le priorità strategiche del Piano triennale e non tiene conto delle revisioni che saranno prossimamente sottoposte al cda” per “migliorare la performance operativa e finanziaria della società”. I bilanci negativi di Tim ricadono anche in borsa, facendo vivere una giornata travagliata al titolo a Piazza Affari che in mattinata arranca a fare prezzo e prezzo e poi arriva a lasciare quasi 5 punti. La società, fa trapelare attraverso il comunicato, ha subito anche il ribasso del suo obiettivo sul debito. Il consiglio d’amministrazione, si legge, “non conferma il rapporto fra Indebitamento finanziario netto rettificato ed Ebitda circa 2,7 volte a fine 2018, ante fabbisogni finanziari per l’acquisizione dello spettro frequenze”. Le speranze si riducono “in considerazione di numerosi fattori fra cui, a titolo non esaustivo, la multa connessa al procedimento Golden Power, il consolidamento di un contesto competitivo avverso e le tensioni in ambito regolatorio nel mercato Domestico, nonché l’indebolimento del tasso di cambio del Real brasiliano”.Nei 9 mesi Tim ha guadagnato una somma pari a 14.077 milioni di euro ma, a parità di principi contabili, a 14.217 milioni di euro, in discesa del 3,1%: alla sostanziale fermezza dei ricavi della Business Unit Domestic – sottolinea una nota – ha fatto da contrasto la riduzione della Business Unit Brasile (-460 milioni di euro) interamente legata alla svalutazione del real brasiliano, di oltre il 20%. L’ebitda è pari a 5.778 milioni di euro, quello confrontabile sale a quota 6.030 milioni di euro (-2,9%). L’ebit è pari a 617 milioni di euro ma quello confrontabile ammonta a 762 milioni (-73,1%). L’indebitamento finanziario netto rettificato ammonta a 25.190 milioni di euro al 30 settembre 2018, in diminuzione di 118 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2017 (25.308 milioni di euro).