Toninelli, migranti, e l’argine dei porti chiusi

    Sempre più attuale il tema dei migranti dopo le nuove evoluzioni sulla Sea Watch: il ministro Toninelli si esprime nel merito e in una intervista con Radio Anch’io su Rai Radio1 sostiene la tesi per la quale l’approccio dei porti chiusi potrebbe non bastare. Poi, ovviamente, torna anche sulla recentissima querelle della Sea Watch. “La linea è che se dovessero arrivare migliaia di richiedenti asilo, non può bastare l’approccio porti chiusi“, ammette il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli nel corso dell’intervista radiofonica.

    Toninelli, migranti, e l’argine dei porti chiusi: una strategia che per il ministro potrebbe non bastare

    Il caos della Libia, per esempio, rende la fiammella della immigrazione un tema ancor più ardente e pericoloso. “Bisognerà aprire altri porti europei” ammette il ministro Toninelli per il quale in linea di principio “occorrerà una redistribuzione dei migranti” più efficaci e quello che, a suo dire, deve essere un passaggio obbligato, quello cioè di un modus operandi condiviso che sia, per l’appunto ‘internazionale’. Collegamento inscindibile con il grande tema della immigrazione è quello della vicenda legata alla Sea Watch. Per Toninelli si è fatto la miglior scelta “nell’interesse pubblico”, ma sostiene: “Non me la vendo come una medaglia al valore”. In questi termini il titolare delle Infrastrutture Toninelli parla della notizia circa il fatto di essere indagato, con il premier Conte e Di Maio e Salvini, per l’accusa di sequestro di persona. La ragione dell’accusa è da far ricader nel tardivo approdo dei migranti della Sea Watch a Catania. “Quella è una iniziativa del governo intero perché dobbiamo continuare a salvare vite umane ma dobbiamo farlo in sicurezza e legalità”, ha chiarito Toninelli. “Siamo convinti di aver operato per il bene dell’interesse pubblico”.  Nelle scorse ore, come è noto, il vice premier Matteo Salvini aveva affrontato la questione con la solita determinazione. “Sono stato nuovamente iscritto a giudizio per un altro reato, sequestro di persona commesso  fra il 24 e il 30 giugno a Siracusa. Il procuratore di Siracusa ha spiegato di aver trasmesso gli atti al Tribunale dei ministri con richiesta di archiviazione ma quello che voglio che sia chiaro è che i porti sono e rimangono chiusi” .