TRA POCHE ORE LA CORTE COSTITUZIONALE SI ESPRIMERÀ SULLA LEGITTIMITÀ DELLA LEGGE ELETTORALE ITALICUM. SONO QUATTRO I PUNTI CRUCIALI DEI QUALI DOVRÀ OCCUPARSI LA CONSULTA

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    Ancora una manciata di ore ed avremo modo di conoscere quale sarà la sentenza dellaCorte costituzionalesulla legittimità della legge elettoraleItalicum, attesa per domani alle 13. secondo quanto si apprende da fonti della Consulta. Una decisione destinata a incidere sul prosieguo della legislatura, per stabilire quanto e come e quindi con quali tempi sarà necessario intervenire sul sistema elettorale per poter poi andare al voto. Intanto i  giudici, terminata la seduta pubblica, si sono riuniti in Camera di consiglio a porte chiuse che, dopo la sospensione intorno alle 19, riprenderà domani mattina. La Corte dovrà pronunciarsi sull’incostituzionalità di alcuni punti della legge elettorale, questione sollevata da quattro tribunali su alcuni nodi cruciali dell’Italicum, la legge elettorale pensata solo per la Camera, approvata nel 2015 durante il governo di Matteo Renzi ed entrata in vigore nel luglio del 2016. L’Italicum prevede un sistema proporzionale a doppio turno a correzione maggioritaria, con premio di maggioranza, una soglia di sbarramento al 3% e 100 collegi plurinominali con capilista bloccati. Sono quattro i punti cruciali dei quali dovrà occuparsi la Consulta, che nella seconda metà di febbraio dovrebbe depositare le motivazioni. E’ probabile che la Corte si rimetta al Parlamento, che potrebbe impiegare almeno due mesi per varare una nuova legge elettorale. Di seguito i quattro nodi sotto la lente della Consulta: Il premio di maggioranza: La lista (e non più la coalizione) in grado di raggiungere il 40% dei voti al primo turno ottiene il premio di maggioranza di 340 seggi. Il doppio turno- Il premio viene assegnato al primo turno se una lista ottiene almeno il 40% dei voti. In caso contrario, le prime due vanno al ballottaggio. Le candidature multiple: Un aspirante candidato può essere contemporaneamente capolista in più collegi, fino a un massimo di 10. Se un candidato vince in più collegi può optare per un collegio piuttosto che per un altro. I capolista bloccati: Il Paese è diviso in 100 collegi, che eleggono ciascuno da 3 a 9 deputati. In ogni collegio i partiti presentano le liste: per ciascuna formazione il capolista è bloccato, gli altri sono eletti con le preferenze.