Home POLITICA ESTERI Tragico naufragio in Libia: 150 le vittime

Tragico naufragio in Libia: 150 le vittime

La peggiore tragedia nel Mediterraneo di quest’anno. Deve riprendere ADESSO il soccorso in mare, la fine dei campi di detenzione dei migrati in Libia, aumentando i percorsi sicuri per uscire della Libia, prima che sia troppo tardi per molta gente disperata”.
Così, commentando su Twitter l’ennesima mattanza di profughi lungo le rotte marine della disperazione, l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, esorta tutti a prodigarsi per evitare il ripetersi di simili catastrofi.
Intanto, è bene sottolinearlo subito, il tratto di Mediterraneo dove si è verificato il naufragio, è quello libico, al largo di Al Khoms. Al momento le notizie sono ancora contrastanti, ma non ci sarebbero dubbi riguardo il numero dei morti che, riferiscono le autorità locali, dovrebbero essere ‘intorno ai 150‘.

La Marina Libica: erano 250 a bordo

Come capita in questi casi infatti, il ‘balletto’ dei numeri è la pietosa conseguenza di una situazione già abbastanza tragica di suo; anche perché, purtroppo, alla fine non sapremo mai chi, tra vittime e superstiti, ‘chi e quanti fossero davvero’. Dal canto suo la Marina Libica, attraverso il suo portavoce, Ayoub Qasim, ha riferito all’agenzia Dpa che a bordo del’imbarcazione affondata avevano preso posto circa 250 persone, e che i libici sarebbero riusciti a trarne in salvo 134. Al momento in base a questi numeri (che ripetiamo, sono tutti approssimativi), sono state associate anche le nazionalità di provenienza: per lo più dai Paesi arabi e da quelli africani.
Sempre via Twitter è stato Charlie Yaxleyportavoce dell’Unchr per l’Africa e il Mediterraneo/Libia – a rilanciare la notizia con qualche particolare in più, rispetto alle sole due righe delle agenzie di stampa internazionali, che annunciavano l’avvenuto naufragio. “Le notizie che arrivano – ha scritto Yaxley – parlano di un grande naufragio al largo delle coste della Libia, sarebbero state salvate 150 persone e riportate in Libia: uno dei sopravvissuti riferisce che un grande gruppo è morto in mare, le stime parlano di 150 vittime. E se queste cifre sono corrette – prosegue il portavoce dell’Unchr – si tratta della peggiore perdita di vite umane nel Mediterraneo nel 2019. Un dato che ci ricorda, se necessario, che ci deve essere un cambio di approccio sulla situazione nel Mediterraneo. E’ urgente salvare vite in mare”. Quindi Charlie Yaxley, così come poi replicato da Filippo Grandi, lancia un accorato appello affinché si giunga quanto prima ad “un cambio di approccio nella gestione dei flussi migratori” perché, tiene a ribadire, “è urgente salvare le vite in mare”.
Max