Trivellazioni nello Jonio, i no di M5S e Verdi

    Diventa un problema il semaforo verde alle trivellazioni per trovare il petrolio sul fondo del mar Ionio. Si sollevano, come in passato, contro le trivellazioni attivisti 5Stelle ed ambientalisti anche ora che il Movimento è alla guida del Paese. “Da quando sono ministro non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, in un post su Facebook dove dice di essere già operativo assieme al ministero per lo Sviluppo economico (Mise) per introdurre nel decreto Semplificazioni una normativa per il blocco a 40 permessi di trivellazioni. “Non sono diventato ministro dell’Ambiente per riportare l’Italia al Medioevo economico e ambientale. Anche se arrivasse un parere positivo della commissione Via, non sarebbe automaticamente una autorizzazione. I permessi in questi giorni dal Mise sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sì dato dal ministero dell’Ambiente del precedente governo”. Dello stesso parere il ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, che dichiara: “Oggi mi si accusa di aver autorizzato trivelle nel mar Ionio. È una bugia. Queste “ricerche di idrocarburi” (che non sono trivellazioni) erano state autorizzate dal Governo precedente e in particolare dal Ministero dell’Ambiente del Ministro Galletti che aveva dato una Valutazione di Impatto Ambientale favorevole. A dicembre, un funzionario del mio ministero ha semplicemente sancito quello che aveva deciso il vecchio Governo. Non poteva fare altrimenti, perché altrimenti avrebbe commesso un reato. Ma faremo di tutto per bloccare le trivellazioni volute dal Pd. E sono contento se Emiliano impugna”. A porre la questione sotto i riflettori è stato Angelo Bonelli, dei Verdi, sostenendo: “Il ministero dello Sviluppo ha dato il via libera alle trivelle per la ricerca del petrolio nel mar Ionio. La ricerca autorizza l’uso dell’air gun, le bombe d’aria e sonore, che provocano danni ai fondali e alla fauna ittica: è il regalo di Luigi Di Maio alla Puglia e alla Basilicata dopo Ilva e le autorizzazioni alla Shell rilasciate dal Ministero dell’Ambiente”.