UBER E NCC IN TESTA: A ROMA IL SIT IN DEI TASSISTI PER INVOCARE IL RIORDINO DEL SETTORE

    “Non si specula sul trasporto pubblico locale. Come fanno le multinazionali con l’utilizzo illegittimo delle piattaforme digitali. Strumenti che operano fuori dalla legge”, denuncia il delegato nazionale Usb-taxi, Riccardo Cacchione, come altri sindacalisti presente stamane al sit-in organizzato dai conducenti delle auto bianche davanti al ministero dei Trasporti. “Ieri eravamo al tavolo – aggiunge ancora Cacchione – il ministero si era impegnato già da tempo. I problemi sono: le autorizzazioni delle macchine fuori dal comune di residenza, poi le piattaforme digitali che per noi sono solo strumenti ma che non possono bypassare la legge o le licenze e poi l’abusivismo classico. Chi accalappia il turista per poi bastonarlo”. Lo stop dei taxi (fino alle 22 di stasera), ha toccato tutte le grandi città. Calcolando un calo degli affari, spiegano, “anche del 60% per colpa degli abusivi, Ncc e di Uber”, principalmente la contestazione è ’dedicata’ al riordino del settore, ovviamente annesse le ’problematiche’ rappresentate sia da Uber che dai Ncc. Ad oggi infatti, a nulla è servito l’incontro al ministero dei Trasporti a Roma tra i rappresentanti sindacali e il governo, e per rinforzare l’unanime coro di protesta (e qualche ’sonoro’ petardo), nella Capitale sono arrivati da Napoli, Bari, Genoa, Firenze e Torino. Per tutti, uniti e compatti, il nemico sono le liberalizzazioni. “A Napoli – confida amareggiato un conducente all’agenzia di stampa AdnKronos – i costi per la macchina sono saliti del 40%, ci sono 800 macchine in più rispetto a quelle che dovrebbero circolare. Ora apre la metro e noi che facciamo? Andiamo a rubare?”. .
    M.