Ucciso da baby gang: pene esemplari

    Dopo la morte del pensionato, ucciso dalla baby-gang a Manduria, il procuratore ha parlato in modo netto e inequivocabile circa la necessità di porre un freno alla brutalità di simili azioni attraverso la certezza della pena. Anzi. “Pene esemplari per i responsabili”: in questi termini si è espresso il procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo al Tg1 in merito al grave caso della morte a Manduria di Antonio Stano, il 66enne pensionato morto il 23 aprile dopo aver patito una serie di aggressioni e violenze ad opera di un violento gruppo di giovani.

    Ucciso da baby gang: pene esemplari. Parla il procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo

    E mentre spunterebbero dei filmati tratti dai telefonini dei membri di questa fantomatica baby gang che potrebbero essere la sostanziale conferma di quanto il sessantaseienne subisse da tempo immani violenze Il procuratore ha etichettato l’azione come una “bravata criminale”, chiarendo il concetto. “L’intervento è stato tempestivo, ma sarebbe stato ancora più tempestivo se quelli che sapevano avessero informato gli organi di polizia molto tempo prima: oggi Stano sarebbe tra noi”. Carlo Maria Capristo si esprime così sulla morte di Antonio Stano. Non ce l’ha fatta il 66 enne nonostante i due interventi chirurgici. E il procuratore di Taranto è piuttosto chiaro nel merito. In relazione alle indagini che riguardano 14 giovani, 12 minorenni. Il procuratore è esplicito: “tutti coloro che hanno partecipato saranno chiamati a rispondere e nei confronti di costoro saranno chieste pene esemplari”. Evocazioni del genere sono arrivate da più parti e da più fronti della società civile, che è sempre più martoriata e in difficoltà rispetto al controverso bivio della legalità e della impunità, della legittimità di certi tipi di difesa e le problematicità che gravitano intorno agli eccessi che questa pratica, anche solo concettualmente, può produrre. Di fatto, ci si trova di fronte all’ennesimo caso di morte, violenta e atroce, dopo vessazioni gravi e reiterate che giovani hanno perpetrato nei confronti di un uomo ormai in tarda età. Un depauperamento di civiltà, questo, chiaramente segnato da casi molto simili e fin troppo frequenti, contro i quali ci si imbatte a livello quotidiano e rispetto ai quali ogni genere di riflessione non è mai troppo.