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Ucraina, Putin: “Pronti a negoziati con Kiev, ma le condizioni sono cambiate”. Prosegue ‘la fuga’ dalla Russia

Dopo averlo ripetuto più volte, anche in occasione del recente vertice Sco in quel di Samarcanda, quando ha incontrato il premier turco Recep Tayyip Erdogan, il presidente russo ha ribadito la sua disponibilità a negoziare con Kiev ma, vista la reticenza di parte di Zelensky, inevitabilmente poi le condizioni cambiano.

Come ha infatti tenuto a ribadire oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov , “Il principio in generale rimane lo stesso. Proprio come gli obiettivi dell’operazione militare speciale. Gli ucraini hanno abbandonato completamente il percorso negoziale. Per questo, l’operazione militare prosegue“. Come dire: ‘vi ho cercato, dato disponibilità, ma ve ne siete fregati. Ed allora io vado avanti’.

Peskov: “Dopo i referendum il sistema è pronto per cambiamenti con l’annessione delle regioni del Sud-est”

Ed è indubbio che Putin abbia deciso di andare avanti tanto è che, ha poi affermato ancora Peskov, che in merito ai ‘referendum’ tenutisi nei territori occupati dell’Ucraina, è stato annunciato che il sistema politico in Russia, “è pronto per gli eventuali cambiamenti relativi alla potenziale annessione delle regioni ucraine del sudest, le Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia”.

Il leader separatista del Donetsk conferma: “Molto presto ci riuniremo alla Russia”

Dal canto suo, il leader separatista di Donetsk, Denis Pushilin, conferma: “Molto presto ci riuniremo alla Russia”, commentando la chiusura del referendum. Questo per spiegare che ci troviamo davanti ad un fatto non da poco, e che l’annessione è già divenuta parte attiva di un processo politico-sociale ‘in atto’, e quindi non ‘in divenire’.

Pushilin: “Per noi è un ritorno a casa. Non dovremo aspettare a lungo per il risultato”

Insomma non ha dubbi Pushlin il quale, intervenendo sul canale nazionale russo, ribadisce che “Sono sicuro che ci riuniremo molto presto, e per noi è un ritorno a casa. Non dovremo aspettare a lungo per il risultato“. Anzi, secondo il leader separatistagià in serata basterà mettere in ordine i dati e poi si avranno i risultati preliminari”. Infatti, sempre in serata, dovrebbero essere resi noti anche i risultati preliminari relativi allo spoglio avvenuto nelle regioni di Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia.

Riguardo al ‘nuovo distretto federale’ interno all’Ucraina, Mosca pensa di intitolarlo a Rogozin

Dunque, stando ai ‘disegni’ legati a questi referendum, Mosca è prossima a varare un vero e proprio ‘distretto federale’ (sarebbe il nono), capace di racchiudere le quattro regioni ucraine (Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia), per le quali i filorussi hanno prima invocato e poi organizzato il referendum di annessione. Ma, come tiene a rimarcare il quotidiano ‘Vedomosti’, nel ‘pacchetto’ c’è da considerare anche la Crimea. Insomma le cose marciano ‘speditamente’, al punto che, ha rivelato un senatore della Crimea, Sergei Tsekov. “Ci sono solo dubbi sul nome che verrà dato al nuovo distretto“. Anche qui, il nome che più aleggia nell’aria, sarebbe quello di Dmitry Rogozin, l’ex direttore di Roscosmos.

Russia, intanto prosegue ‘la grande fuga’ di quanti contrari alla mobilitazione militare, in direzione Kazakistan

Come detto fin da subito: in quest’ultima settimana, da quando cioè il presidente Putin ha annunciato la mobilitazione, a ‘botte’ di migliaia, ad oggi già circa, dal 21 settembre – scrive l’agenzia di stampa Interfax –  il dipartimento per l’immigrazione del ministero dell’Interno kazako, dallo scorso 21 settembre ha identificato ben circa 98mila cittadini russi, di questi, oltre 4mila, hanno ricevuto permessi di soggiorno per il Kazakistan.

Max