Uomo sbranato dal suo cane, la moglie: ’Non è andata così’

    Sbranato dal suo stesso cane: è stato questo il tragico destino di Gianluca Romagnoli, azzannato durante la consueta passeggiata con il suo cane corso in un parco della periferia est di Roma, zona di Colle del Sole, il 22 marzo scorso. L’uomo è stato trovato all’interno del parco dalla stessa moglie che aveva immediatamente avvertito i sanitari del 118. Inutile l’intervento dei medici, che hanno trovato l’uomo in una pozza di sangue: sarebbe infatti il dissanguamento la causa del decesso. Una brutale vicenda che ha scosso l’opinione pubblica. In una intervista rilasciata al Messaggero da Isabella Longoni, moglie 43 enne di Gianluca Romagnoli, emerge però un’altra ipotesi che sconfesserebbe quello che si creduto finora: cioè che la morte dell’uomo sia stata causata dal suo stesso cane. 

    Uomo sbranato dal suo cane, la moglie: “Non è stato il nostro Tiago” 

    “Dopo più di quindici giorni dalla sua morte, neanche il funerale posso fare a mio marito – ha rivelato la donna al Messaggero – Non ho avuto il nullaosta dalla magistratura sebbene nessuno abbia disposto l’autopsia, né il nostro cane, Tiago, che secondo gli inquirenti ha sbranato e ucciso Gianluca, è stato messo sotto sequestro in attesa di ulteriori indagini. È al canile, ma io non posso riprenderlo in queste condizioni. È stato davvero lui ad ammazzarlo? E se sì, come potrei rimetterlo in casa a con i miei figli? Oppure è stato un altro cane ad azzannarlo e Tiago lo ha difeso? Qualcuno deve darmi delle risposte”. Un dolore alimentato dai dubbi sulla scomparsa del marito, che ora non appare più così scontata dopo aver visto Tiago, il cane della coppia, con il muso sporco di sangue accanto al corpo dell’uomo: “Mi sono ricordata che Gianluca un paio di giorni prima – racconta la donna – mi aveva detto che, portando a spasso Tiago, si era imbattuto in un grosso cane grigio rabbioso che li aveva spaventati. Quel prato è frequentato anche da pastori con le loro pecore e i cani. Ho ripercorso il tratto di terreno in cui Gianluca è morto. Ci sono i segni di un combattimento che si è trascinato per quasi 30 metri. Per terra c’erano le piume del suo giubbetto, pietre e bastoni intrisi di sangue, forse usati da lui per difendersi. Non è così scontato che sia stato Tiago ad addentarlo. E non è possibile fugare i dubbi senza un’autopsia, vanno fatti tutti i riscontri di laboratorio su Dna, arcata dentale, tracce biologiche”, ha concluso la moglie di Gianluca Romagnoli.