Venezuela, la decisione sulla libertà di Guaidò

    Revocato lo stato di immunità e dunque via libera per l’incriminazione per Juan Guaidò, leader della fazione di opposizione del Parlamento in Venezuela e “presidente ad interim” autoproclamato dello Stato. Questa la decisione dell’Anc, l’assemblea nazionale costituente venezuelana, che ha espresso la sua volontà con un decreto apposito, su proposta del Tribunale supremo di giustizia (Tsj) con l’accusa a Guaidó di trasgressione del divieto di lasciare lo Stato.

    Venezuela, Guaidò verso il carcere

    Sono momenti di tensione insostenibili in Venezuela quindi per la situazione politica e per tutto il Paese, dopo la decisione dell’assemblea nazionale di revocare l’immunità al capo dell’opposizione Guaidò aprendo alla sua incarcerazione. Dal suo punto di vista, Guaidó ha voluto specificare che “l’illegittima Assemblea nazionale costituente (Anc) non ha avuto coraggio di specificare la parola ’revoca’ nel decreto approvato in serata”. Come ha riportato il giornale venezuelano El Nacional, per Guaidó  “continuano a sbagliarsi quando chiedono il plotone di esecuzione, se poi non hanno nemmeno il coraggio a mettere (la parola) ’revoca’ nel decreto”. 
    Andando più nello specifico della decisione, dal dibattito in seno all’Anc è emerso, come ha evidenziato il presidente dell’assemblea Diosdado Cabello, che è stata “formalmente autorizzata la prosecuzione del processo nei confronti del cittadino Juan Guaidó, in modo che la giustizia, d’accordo con la Costituzione e le leggi, possa incaricarsi di applicare i meccanismi previsti nei diversi codici di procedura penale”. 
    Cabello contro il suo avversario non ci è andato poi leggero: “Juan Guaidó è il nulla e si muove con atteggiamento di sfida, ma oggi sono felici i partiti che non fanno parte del suo gruppo perché gli stiamo revocando l’immunità, e noi ora stiamo agendo in base alla Costituzione”. A questo punto, Guaidò potrebbe da un momento all’altro essere tratto in arresto. “Non esiste legittimità né di revocarmi l’immunità né di arrestarmi”, ha sostenuto ieri Guaidò, che poi ha ammesso “possono cercare di sequestrarmi in qualsiasi momento”.