Venezuela Maduro accusa: blackout, attacco Cyber Usa

    Venezuela Maduro accusa: blackout, attacco Cyber Usa. Secondo il presidente del Venezuela Maduro ci sarebbero gli Usa dietro il blackout. Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro ha detto di disporre di prove che dimostrano come ci sia stato un cyber attacco partito dagli Stati Uniti e che sia stato questo a causare il blackout che paralizza il Venezuela da giovedì scorso. Maduro ha annunciato la creazione di una commissione d’inchiesta sul caso, con l’ausilio delle Nazioni Unite e di paesi come Cina, Russia, Iran e Cuba. La commissione d’inchiesta, ha detto il presidente del Venezuela Maduro in un discorso a reti unificate, sarà guidata dalla sua vicepresidente, Delcy Rodriguez, con la collaborazione di rappresentanti di vari organi dello Stato, compresa la Procura. 

    Venezuela Maduro accusa: blackout, attacco Cyber Usa. E si dichiara pronto a collaborare con la Procura per indagini sul merito

    “Io sono pronto per questa giustizia”, ha tuonato il presidente, mettendosi “agli ordini della Procura” perché “è stato fatto un grave danno al popolo venezuelano”. “Sabotare il sistema elettrico per generare scontri civili e poi chiamare all’assalto del potere politico ha un solo nome, è terrorismo”, ha proseguito Maduro. Il leader del Venezuela ha garantito che dispone di prove che il cyber attacco che ha messo KO la rete elettrica del Venezuela sia partito dalle città americane di Houston e Chicago, e ha sottolineato che chiederà consiglio ad altri paesi che sono stati oggetto di attacchi simili, come Russia, Cina, Iran e Cuba. “A cinque giorni dall’attacco elettrico partito dagli Usa invia cibernetica, possiamo dire che la vittoria è nelle nostre mani” ha proseguito Maduro, chiarendo che “ora ci tocca consolidare la vittoria della guerra elettrica e fare che il nostro sia un sistema elettrico sicuro, robusto, permanente, invulnerabile”. 
    Nel frattempo l’altro caso, quello Luis Carlos Diaz sembra a una svolta. Il giornalista venezuelano messo agli arresti lunedì dai servizi di intelligence a Caracas, è stato accusato di istigazione a delinquere ed è stato lasciato andare in libertà condizionale: non può però rilasciare dichiarazioni pubbliche, né uscire dal Venezuela e dovrà presentarsi alle autorità ogni otto giorni.