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    Whatever it takes, cosa significa la frase pronunciata nel 2012 da Mario Draghi

    Tutto ciò che è necessario, deve essere quello che ha pensato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella quando è stato chiamato a formare il nuovo governo. Dopo il naufragio di un Conte ter il capo dello Stato ha deciso di affidare l’incarico a chi di quella frase, tutto ciò che è necessario, ha fatto il suo motto personale.

    Coraggio e umiltà: in ogni discorso di Mario Draghi queste due parole assumono una forza sempre rinnovata. E lui, da sempre appassionato di numeri, ha fatto della dialettica uno dei suoi punti di forza. Mario Draghi è il nuovo presidente del Consiglio incaricato, ha accettato con riserva l’incarico, nei prossimi giorni sceglierà i ministri per tirare fuori l’Italia dal momento complicato.

    Lo farà ‘costi quel che costi’. Tutto torna, soprattutto quella frase. ‘Whatever it takes’, l’ha pronunciata nel 2012 quando era presidente della Bce. E’ diventata espressione comune, entrata persino nel lessico Treccani, che la descrive così: “È il 26 luglio del 2012. L’Europa dell’euro è in grande difficoltà. Sale lo spread in molti Paesi. In Grecia tornano a soffiare pesanti venti di crisi. L’euroscetticismo inglese si gonfia. Draghi, da meno di un anno Presidente della Banca centrale europea, sale sul palco della conferenza di Londra e, senza troppi preamboli, dopo una manciata di minuti di introduzione, pronuncia la frase che cambia la storia della crisi: ‘Entro il suo mandato la Bce preserverà l’euro, costi quel che costi (whatever it takes). E, credetemi, sarà abbastanza’”.