‘IL PASSAGGIO DEL GASDOTTO TAP RAPPRESENTA UN COLPO MORTALE AL TURISMO’, STAMANE IN PIAZZA A ROMA LA PROTESTA DI 90 SINDACI SALENTINI ‘CAPITANATI’ DAL GOVERNATORE EMILIANO

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    “L’Ilva di Taranto, la più grande centrale a carbone d’Europa di Brindisi, cementifici, impianti chimici, la Puglia e il Salento hanno già pagato un tributo altissimo in termini di inquinamento e devastazione del territorio. E’ ora di dire basta. Sarebbe stato normale se il governo avesse trovato il modo e il tempo per ricevere più di 90 sindaci della provincia di Lecce”. Per ribadire il loro al gasdotto Tap, che oltre l’ambiente, mina anche il turismo in una regione a forte vocazione balneare, quando manca davvero poco all’apertura della stagione balneare, stamane una novantina di sindaci provenienti dal Salento, hanno dato vita ad una protesta pacifica davanti Montecitorio. Affiancati dagli attivisti dei Comitati No Tap, e ’scortati’ dal presidente della regione Michele Emiliano, spero nell’individuazione di un sito alternativo per il passaggio attraverso la Puglia – da San Foca, nel comune di Melendugno (Le) – del ‘micro-tunnel’ della Tap che, dall’Azerbaijan, ‘soffierà’ il gas nel cuore dell’Europa. “Questo non avverrà e siamo qui a chiedere un appuntamento. Ci auguriamo che la nostra mitezza e la nostra moderazione vengano apprezzati dalla presidenza del Consiglio”, ha ribadito Michele Emiliano, “Ci hanno etichettato come quelli del No, invece noi portiamo una proposta concreta al tavolo: delocalizzare l’approdo più a Nord, in un’area industriale già esistente, in cambio della decarbonificazione della centrale Enel di Cerano. Noi siamo una comunità pensante, che sta cercando una mediazione. Si sarà capito o no che c’è un’intera comunità contro il gasdotto? Dubito che il governo possa realizzarlo senza il consenso della popolazione. I sindaci stanno cercando con tutti i mezzi a disposizione, di attirare il turismo e il Tap sarebbe un colpo mortale, stroncherebbe il lavoro di valorizzazione del territorio che si sta facendo da anni”.

    M.