‘LAVORO, SICUREZZA E DEMOCRAZIA: UNA VOLTA LA GOVERNO DAREMO MANO LIBERA ALLE FORZE DELL’ORDINE’

    Un intervento duro ma anche preciso, lucido ed articolato rispetto a quelle tematiche che caratterizzano idee e concetti proprie della Lega. “Quando saremo al governo daremo mano libera agli uomini e alle donne delle forze dell’ordine per poterci difendere e riportare sicurezza onestà e pulizia nelle nostre città”, urla Matteo difende senza ’se’ e senza ‘ma’. Se su centinaia di migliaia di poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco, forestali e agenti della polizia penitenziaria ce ne sono due che sbagliano, quei due e quei due soli visto che hanno sbagliato, dovranno pagare fino in fondo -afferma-. Ma quando andiamo al governo, daremo mano libera agli uomini e alle donne delle forze dell’ordine per poterci difendere e riportare sicurezza onestà e pulizia nelle nostre città”. Il segretario del Carroccio ‘avverte’ quindi sulla determinazione del suo partito: “Da oggi parte una lunga marcia per cambiare il Paese e andare al Governo. L’anno prossimo saremo a Pontida con la Lega e il Centrodestra al Governo e con l’Italia che riparte nel nome del lavoro, della sicurezza e della democrazia. Qualche giudice che vuole fermare un partito o finire sul giornale, magari rispondendo agli ordini di qualcun altro, non può mettere il bavaglio a un milione di militanti”. Certo, la decisione da parte dei giudici genovesi di sequestrare i beni della Lega, pesa, ma Salvini invita tutti a non scoraggiarsi: “Andiamo avanti senza soldi, aiutati dei cittadini. chiederemo aiuto agli italiani. Se pensano di bloccarci rubando il frutto del nostro lavoro hanno sbagliato a capire, i giudici andassero a sequestrare i conti dei mafiosi in giro per l’Italia perché qui c’è gente per bene “. Poi il segretario si proietta in una serie di tematiche legate all’attualità politico-economica del Paese, non prima di commentare le leggi a firma Mancino e Fiano, “che una volta al Governo cancelleremo, perché solo in Unione sovietica processano le idee. Si comportano come in un regime”. E tornando sul tema della sicurezza il segretario ha una proposta: “giudici eletti direttamente dal popolo. Devono solo dire ’sì o no’”. E dalla sicurezza ‘all’ingiustizia’ il passo è breve, come a suo dire dimostrano i casi di Banca Etruria e delle banche venete: “Quando andremo al Governo, qualcuno di questi banchieri, di questi signori che oggi, dopo tutto quello che è successo, vanno in giro con l’autista, andrà in galera e sono i loro conti correnti che verranno sequestrati”. Ma ce ne è anche per i vaccini obbligatori, che “sono un regalo miliardario a qualche multinazionale” mentre “un Paese serio e un Paese libero che mette in vena dieci vaccini in poco tempo deve garantire esami gratuiti per-vaccinali” dunque, una volta la Governo – ribadisce – il segretario si impegna a lavorare sull’abolizione del decreto Lorenzin. Infine, dopo aver chiarito che “Berlusconi, non l’ho sentito”, ma non esclude di qui a breve un incontro, Salvini commenta la presenza di Bossi al raduno: “A Pontida ci siamo tutti, ma nei momenti eccezionali parla uno”. Un’uscita quella del segretario, ovviamente non gradita dal ‘Senatur’ il quale, confida ai giornalisti di “essere abbastanza arrabbiato” per essere stalo escluso dagli interventi: “Salvini – afferma Bossi – mi ha detto che non voleva farmi fischiare, ma è un segnale che devo andarmene via”. Una scelta, quella di ‘silenziarlo’, non condivisa da Roberto Maroni: “mi dispiace perché Pontida è Bossi. La decisione l’ha presa il segretario Matteo Salvini. Per me Bossi a Pontida ha sempre diritto di parola”.
    M.